Il Gruppo Sbarchi di Vallecrosia (IM) è stato un decisivo anello di collegamento tra i partigiani dell'estremo Ponente ligure e le forze Alleate insediate in Francia nel territorio di Nizza, ed è stato protagonista di tante audaci imprese marinaresche. La loro base era la penisola di Cap Ferrat e la Villa Le Petit Rocher nel comune di Villefranche-sur-Mer.
Nel mese di settembre 1944 la brigata Nuvoloni, che operava nella zona dal confine francese alla valle Argentina, aveva ricevuto l’incarico di adibire alcuni effettivi all’assistenza dei militari alleati dispersi in quel territorio; si trattava di elementi fuggiti dai campi di prigionia o abbattuti con i loro aerei o componenti di missioni di collegamento che, esauriti i loro compiti, dovevano essere trasferiti nella Francia libera. Sino al rastrellamento di ottobre i partigiani addetti alle operazioni facevano tappa a Pigna ma, dopo la caduta della repubblica partigiana della val Nervia, il problema dei trasferimenti assumeva carattere di urgenza, come nel caso dei quattro soldati alleati, paracadutati in precedenza in Piemonte per prendere contatto con le forze partigiane.
Si trattava del capitano sudafricano Geoffrey Long, del capitano canadese Paul Morton, corrispondente di guerra, e degli ufficiali W. Mac Lelland, scozzese, e dell’americano Maurice R. Larouche. Condotti dai partigiani a Rocchetta Nervina e poi a Ventimiglia, i quattro soldati furono presi in consegna da Giulio Pedretti (Corsaro), pratico di trasbordi clandestini tra la costa italiana e la Francia, e Pasquale Corradi (Pascalin): costoro, impossessatisi di una barca a remi, di notte riuscirono a condurre i militari sulle coste francesi già occupate dagli anglo-americani. Raggiunto il porto di Monaco i due partigiani italiani ricevettero la proposta dei comandi alleati di entrare a far parte dell’Oss americano. Veniva così costituita la missione di collegamento Corsaro, con il compito di raccogliere e trasmettere informazioni militari e di procurare asilo e assistenza alle missioni alleate in transito. L’incarico di capo dell’Ufficio operazioni della missione fu affidato a Stefano Carabalona (Leo).
Nel frattempo, presso la Sap di Vallecrosia, si stava sviluppando il cosiddetto Gruppo sbarchi,
comandato dal garibaldino Renzo Rossi (Renzo il Rosso) di Bordighera e con commissario politico Gerolamo Marcenaro, che comprendeva garibaldini di Vallecrosia e di Bordighera, per un totale di circa venti unità. Con la collaborazione del tenente Antonio Capacchioni, componente del gruppo guidato dal partigiano Kahneman, attivo nel trasporto, con la sua barca, di uomini e messaggi da e verso la Francia liberata, il 6 gennaio 1945 il Gruppo sbarchi si occupò del trasferimento in Italia della missione britannica Chimpanzee, comandata dal capitano Robert Bentley (Bob). Successivamente Pedretti, che ora aveva adottato il nome di battaglia Caronte, assumeva il comando di quattro motoscafi dislocati nella baia di Villafranca, con i quali effettuerà numerosi viaggi, trasportando partigiani, membri di missioni alleate, armi e munizioni.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.227