Istituto federale di credito agrario per la Liguria

  • Storia

    In Italia il Credito Agrario viene istituito con la legge 21 giugno 1869, n. 5160, detta Legge Cordova. La norma concedeva al governo la facoltà di autorizzare la formazione di istituti con compito di erogare prestiti all'agricoltura. Gli Istituti potevano emettere titoli di credito al portatore denominati “Buoni agrari” e “Biglietti all'ordine”. La gestione del credito non ebbe il successo sperato e la disposizione venne abrogata con legge 23 gennaio 1887, affidando alla miriade di piccoli istituti locali cooperativi l’emissione di cartelle di credito agrario. La materia viene ripresa e definitivamente normata dal Testo unico approvato con R.D. 9 aprile 1922. La legge prevedeva tre tipologie di finanziamento: 1. di esercizio 2. per miglioramenti agrari 3. per miglioramenti fondiari-agrari con tassi di interesse per le concessioni di credito fissati dal Ministero dell’Economia Nazionale Ma è con la legge 20 dicembre 1928, n. 3130 che la materia trova una sistemazione organica. La legge prevede due tipologie di finanziamento: credito agrario di esercizio, un finanziamento volto all'esercizio dell’impresa; credito agrario di miglioramento, relativo a finanziamenti per il miglioramento delle strutture agricole. Le operazioni di credito di esercizio sono di tre categorie: 1. Prestiti per la conduzione di aziende agricole e per la commercializzazione, manipolazione e trasformazione dei prodotti agricoli. Per questa fattispecie di prestito è prevista una durata massima di un anno. 2. Prestiti per l’acquisto di macchinari, bestiame. 3. Anticipazioni su pegno di prodotti agricoli. Nello stesso testo di legge si trova un diretto riferimento all'istituzione in Piemonte dell’Istituto Federale di Credito Agrario da parte dell’Istituto delle Opere Pie di San Paolo, della Casse di Risparmio e degli altri istituti autorizzati ad esercitare il credito agrario nella Regione. Il coinvolgimento del San Paolo nell'ambito del Credito Agrario ha inizio in realtà qualche tempo prima: già nel 1897, nella seduta della Giunta dell’Istituto del 28 dicembre, viene letta una lettera del Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio relativa alle operazioni di credito fondiario agrario in cui si auspica che anche il San Paolo, come già la Cassa di Risparmio di Bologna possa decidere il proprio coinvolgimento nel settore. In questo momento l’Istituto, attraverso la Giunta, non esprime un parere direttamente positivo, mantenendo una posizione di fatto attendista. Una nuova richiesta di partecipazione al settore del Credito Agrario da parte del San Paolo viene ripresentata alla Commissione per il Credito Fondiario nel 1924: la Commissione per il Credito Fondiario esprime parere favorevole, ma nel frattempo il Presidente e il direttore Generale dell’Istituto vengono invitati a Roma dal sottosegretario di Stato per l’Economia Nazionale per discutere della materia. L’Istituto poteva occuparsi solo di Credito Agrario Fondiario, ripartito per zone e che i mutui avrebbero dovuto essere effettuati in contanti da una sezione speciale con capitale proprio e che esaurita la metà del capitale si sarebbe potuti passare all'emissione di cartelle. Il Ministero esprime la sua intenzione di giungere alla costituzione di un Consorzio nazionale di istituti bancari che possa esercitare il Credito Agrario. Nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 5 luglio 1927 il Presidente informa il consiglio di una riunione svoltasi a Roma, presso il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, tra il capo del Governo ed i Presidenti e Direttori degli Istituti che esercitano in vario modo il Credito Agrario. In questa circostanza Mussolini esprime la propria fiducia nei confronti degli agricoltori italiani, nonostante le difficoltà derivanti dalla rivalutazione della lira; al contempo chiede agli istituti di credito agrario di sostenere il settore in modo assai concreto, favorendo i finanziamenti per l’acquisto di materie prime e macchinari. Il San Paolo, già dal giugno 1926, esercitava il credito fondiario agrario attraverso la sezione Credito Fondiario dell’Istituto. In questa sede il San Paolo dichiara di essere disposto a favorire il credito agrario di esercizio assegnando ad esso una cospicua somma, ma si chiede che sia costituito un consorzio di istituti per il Piemonte. Dunque, il Consiglio d’Amministrazione delibera: 1. di confermare la disponibilità di L. 30 milioni annui da destinare a mutui fondiari agrari 2. di stanziare L. 10 milioni annui per il credito agrario di esercizio, assicurandone il controllo sia attraverso un ufficio creato appositamente, sia altri istituti di credito agrario che nelle singole zone siano più in contato con gli agricoltori 3. di affidare questo compito alla Commissione di Sconto, aggregando a essa per il Credito agrario l’avv. Devecchi. Il 29 luglio 1927, viene emanata la legge n. 1509 a favore degli agrari. Dal punto di vista del credito agrario la legge prevede la costituzione di due organismi differenti: 1. un consorzio nazionale per il credito agrario di miglioramento 2. un istituto federale di credito agricolo per il Piemonte Entrambi gli Istituti avranno il compito di permettere l’esercizio delle diverse forme di credito agrario agli istituti di credito sotto il costante controllo governativo. Il San Paolo venne coinvolto, in modo diverso, in entrambe le iniziative. Il Federagrario Nella riunione dell’8 ottobre 1927 il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto delibera la propria disponibilità a partecipare attivamente alla costituzione del nuovo ente federale previsto dalla legge 1509, sia concedendo i locali per la sede, sia offrendo il servizio di cassa e tesoreria gratuiti. Il Ministero affida al San Paolo una posizione predominante, con il compito di curare il coinvolgimento di altri enti di credito all’impresa. L’atto costitutivo dell’Istituto federale viene stipulato a Roma il 19/10/1927. Il San Paolo e la Cassa di Risparmio di Torino sottoscrivono la somma di L. 20 milioni e 800 mila lire. Il resto del capitale (8 milioni) sarebbe stato sottoscritto in seguito da altri Istituti. Il San Paolo, quindi, iniziò in questo modo ad operare nel settore del credito agrario di esercizio. L’Istituto Federale di Credito Agrario aveva – per statuto - sede a Torino, presso il San Paolo; gli altri istituti partecipanti sarebbero andati a costituire la rete di succursali sul territorio. Nato come ente a carattere regionale per prestiti agrari sia d’esercizio sia di miglioramento avrebbe dovuto svolgere anche funzioni di coordinamento dell’attività creditizia agraria regionale. Le domande venivano ricevute dagli istituti partecipanti che ne curavano l’istruttoria; quindi, inviavano la pratica conclusa al Federagrario. Il Federagrario avrebbe svolto le funzioni di indirizzo, coordinamento e integrazione dell’azione creditizia attraverso: 1. istituzione e funzionamento di uno schedario provinciale e regionale contenente la registrazione di tutte le operazioni di credito agrario 2. vigilanza su tutta l’attività creditizia agraria esercitata nella regione 3. emanazione di direttive di carattere generale in materia di credito agrario 4. partecipazione ad iniziative atte a favorire lo sviluppo dell’agricoltura. Il decollo delle attività dell’Istituto Federale fu molto lento: la prima domanda di finanziamento viene infatti presentata il 24/4/1928, cioè sei mesi dopo la costituzione dell’Istituto, ma come si evince dal verbale del Consiglio d’Amministrazione del 27 aprile 1928, non sono state ancora stabilite delle procedure specifiche. L’impatto del Federagrario nel settore fu comunque rilevante: grazie all’opera dell’Istituto gli agricoltori italiani ebbero la possibilità di affrontare la crisi degli anni Trenta, il periodo bellico e la ricostruzione dei primi anni Cinquanta. Nel 1931 il San Paolo assorbì i depositi e le filiali della Banca Agricola in Piemonte, in Liguria e nella Provincia di Pavia. Quest’operazione finanziaria comportò per il San Paolo un cambiamento radicale della propria struttura: fino a quel momento l’Istituto aveva mantenuto una struttura relativamente contenuta dalle caratteristiche fortemente regionali (tre agenzie in città e tre filiali fuori Torino); dal 1931 l’Istituto assunse caratteristiche ben diverse potendo contare su dieci agenzie nella città di Torino e ben centodieci filiali sparse tra Piemonte, Liguria e provincia di Pavia. Nel 1936 viene rilasciata all’Azienda Bancaria del San Paolo l’autorizzazione ad operare nel settore dl credito agrario, autorizzazione che rimase inutilizzata fino agli anni ’60. Alla fine della guerra si ricostruì anche il Federagrario con l‘apertura di nuove filiali e la definizione di recapiti periodici nei centri agricoli non coperti. Questo – insieme alla particolare congiuntura – determinò un notevole aumento dei prestiti e l’espansione proseguì per l’intero decennio’50-’60. Il San Paolo rimase all’interno del Federagrario fino al 1976, anno in cui la quota di partecipazione venne venduta per circa tre miliardi e mezzo di lire. Il consorzio nazionale per il credito agrario di miglioramento - Meliorconsorzio La legge agraria del 29 luglio 1927, n. 1509 prevedeva inoltre la creazione di un consorzio nazionale per il credito agrario di miglioramento (detto anche Meliorconsorzio). Nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 22 novembre 1927, il San Paolo stabilì la partecipazione al Meliorconsorzio costituito a Roma il 29 dicembre 1927. Il compito del Meliorconsorzio era complementare rispetto a quello del Federagrario: doveva infatti provvedere al finanziamento di tutte le opere di miglioria e di bonifica che non potevano essere finanziate dagli Istituti regionali, Erano quindi escluse dalle competenze del Consorzio tutte le operazioni di credito agrario di esercizio, attribuite agli enti regionali. Il Meliorconsorzio aveva sede a Roma, mentre la rete delle succursali sul territorio era garantita dagli Istituiti partecipanti. Il San Paolo si servì del Meliorcredito per l’erogazione dei finanziamenti di credito agrario di miglioramento fino al 1961, anno in cui ottenne, tramite la legge 21 maggio, n. 456, la possibilità di erogare tali finanziamenti in modo totalmente autonomo. Il 1961 è un anno di svolta per l’attività dell’Istituto in ambito agrario: la legge 21 maggio 1961, n. 456 infatti autorizzava la Sezione di Credito Fondiario a compiere operazioni di credito agrario di miglioramento nelle province in cui il San Paolo poteva contare delle succursali con emissione d cartelle fondiarie. Da questo momento e fino alla costituzione della Sezione di Credito Agrario del 1983, l’attività di credito agrario viene esercitata dall’Istituto nel modo seguente: 1. il credito agrario di esercizio erogato direttamente dall’azienda Bancaria, Servizio Fidi, Ufficio Credito Agrario 2. il credito agrario di miglioramento venne attribuito alla Sezione di Credito Fondiario. Gli anni ’60, grazie ai fondi ministeriali concessi attraverso i piani di sviluppo agrario detti “Primo e secondo Piano Verde”, il settore agrario del San Paolo ottenne notevoli risultati, che segnarono una battuta d’arresto all'inizio del 1970. Nel 1972, con il trasferimento delle competenze del settore agrario alle regioni, queste emanarono le leggi sull'accesso al credito agrario di esercizio e di miglioramento: la situazione si presentava dunque piuttosto fluida ed il San Paolo dovette in quegli anni registrare notevoli carenze di incremento nel settore agrario. Con l’introduzione della legislazione comunitaria e le sovvenzioni da esse derivanti, la situazione migliorò e nel 1976 le operazioni di credito agrario del San Paolo si incrementarono di circa il 50%. Nello stesso anno il San Paolo uscì dal Federagrario. Nel 1978 l’Istituto ottenne il diritto ad operare su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda il credito di esercizio cui, due anni dopo, si aggiunse la possibilità di effettuare operazioni di credito industriale per il settore agrario. Negli anni l’investimento del San Paolo nel settore agrario si era fatto sempre più rilevante al punto che si fece strada la necessità di giungere ad una gestione autonoma delle operazioni di credito agrario per garantire interventi più mirati e maggiore controllo e garanzie. Con delibera del Consiglio d'Amministrazione dell'Istituto del 22/7/1983 nell'ambito di un progetto di rafforzamento del settore Crediti Speciali, l'Istituto stabilì dunque la creazione di una adeguata ed autonoma struttura operativa con il compito di gestire al meglio il credito agro-industriale. Nel dettaglio vengono così definiti gli obiettivi della Sezione Credito Agrario all’interno dell’Ufficio Centrale Crediti Speciali: 1. costituire in gestione autonoma le operazioni di credito agrario ed agro-industriale, al fine di razionalizzare l'attività di intervento nel settore 2. intervenire in modo più organico nella concessione del credito all'agricoltura, tenendo conto in particolare dell'interconnessione tra i momenti della produzione, trasformazione e commercializzazione 3. conferire una più incisiva "immagine" agli operatori agricoli e dell'agro industria, che dovrebbero poter trovare nella sezione un punto unico e preciso di riferimento per ogni loro esigenza di carattere finanziario e di eventuale consulenza di tipo tecnico 4. ampliare la gamma di potenziali strumenti di raccolta con: certificati di deposito, anticipazioni, e obbligazioni a medio termine atti a garantire una provvista ad hoc per interventi nel breve e medio termine 5. porsi con una caratterizzazione specialistica più accentuata nei confronti sia dio altri istituti esercitanti il credito agrario sia di organismi ed enti italiani ed esteri interessati al settore 6. pervenire con maggiore chiarezza all'individuazione ed al controllo dei flussi finanziari legati all'operatività nell'agrario 7. rispondere con maggiore aderenza al principio della "specializzazione" funzionale sancito dalla stessa legge bancaria e dalle linee direttive della Banca d'Italia. La nascita della Sezione di Credito Agrario comportò delle modifiche di carattere statutario, con l’introduzione di un nuovo Titolo, il XIII, intitolato per l’appunto “Credito Agrario”, costituito da tre articoli (33-35) dello Statuto dell’Istituto. Nel primo di questi articoli (art. 33) si stabilì che la Sezione Credito Agrario potesse godere di un patrimonio separato da quello dell’Istituto, formato dal fondo di Garanzia, assegnato dalla Sezione Credito Fondiario e dalle riserve; la Sezione – come accadeva anche per le altre – svolgeva le sue attività attraverso gli organi amministrativi e gestionali dell’Istituto: il Consiglio di Amministrazione aveva il compito di stabilire norme, modalità e condizioni generali per la concessione dei mutui, mentre il Presidente fungeva da legale rappresentate della Sezione. L’articolo 34 si occupava delle competenze degli organi amministrativi e di gestione, cioè del Comitato esecutivo e del Direttore Generale; l’articolo 35 infine stabilì le modalità di assegnazione dell’utile esposto in bilancio. La sezione divenne operativa dal 1/10/1984 e lo restò fino al 1992 quando, in seguito alla trasformazione dell'Istituto in società per azioni, la sua attività verrà ricompresa nell'ambito del Servizio Crediti Speciali.

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