Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS)
Storia
La storia dell'INPS comincia nel 1898 quando la previdenza sociale muove i primi passi con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai (associazione volontaria integrata da un contributo statale e da un contributo degli imprenditori). Nel 1919 diviene obbligatoria tramite il decreto legge del 21 aprile 1919, n. 603, presentato alla Camera il 28 novembre 1918 che rimase in attesa di conversione in legge fino al 1923. Il decreto che conferiva al provvedimento valore di legge denomina la cassa come Cassa nazionale per le assicurazioni sociali.
Il governo Mussolini con regio decreton. 371 del 27 marzo 1933 cambia ancora la denominazione in Istituto nazionale fascista della previdenza sociale (INFPS). Nel 1943 la denominazione diviene quella di Istituto nazionale della previdenza sociale, come ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e a gestione autonoma con lo scopo di garantire la previdenza. A seguito di numerose riforme previdenziali nel corso di più di settanta anni dalla fondazione, opera secondo due modelli previdenziali e precisamente, dal lato delle entrate e della gestione finanziaria, secondo il modello previdenziale universale, dal lato delle uscite, attraverso una moltitudine di gestioni (ad esempio lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti ecc.).