Militante antifascista, nel 1933 viene arrestato e condannato dal Tribunale speciale a dieci anni di reclusione. Ripresa l’attività cospirativa dopo essere stato liberato per amnistia nel 1937, tre anni dopo è nuovamente arrestato e inviato nei campi di concentramento di Manfredonia, Tremiti e Pisticci. Il 25 luglio rientra a Genova e, nel settembre 1943, è ispettore del Pci in uno dei cinque settori in cui il partito divide, per motivi logistico-operativi la provincia genovese. Nella primavera 1944, dopo la morte di Giacomo Buranello (Pietro) è comandante dei Gap genovesi e in tale veste entra a far parte del Comando delegazione brigate Garibaldi. Si distingue per il coraggio col quale effettua numerose azioni alla guida dei Gap: una delle più clamorose, nel marzo 1944, è la liberazione di Alessandro Lucarelli dall’ospedale di Sampierdarena, dove costui era degente per una ferita e piantonato dalla Milizia in attesa di essere consegnato alle Ss. Il 12 giugno 1944, insieme a Lilio Giannecchini (Toscano), Giovanni Ponta (Gianni) e Giovanni Galleano (Leni), attacca la caserma dei carabinieri al Campasso, in val Polcevera, e libera il gappista Riccardo Masnata che vi era rinchiuso. Il 13 luglio viene fermato da una pattuglia dei battaglioni “M” di Sampirdarena, mentre si trovava in compagnia di altri due gappisti: tentata la fuga, viene colpito a morte dal fuoco della pattuglia. Uno dei due compagni viene catturato, mentre l’altro, Vladimiro Diodati (Paolo), riesce a fuggire. Al nome di Jori saranno intitolate due brigate partigiane: la 3ª di montagna della divisione Cichero e la 117ª Sap di città. Medaglia d’argento al valor militare.