Chiamato alle armi dalla Rsi decide tuttavia di salire in montagna e, nel dicembre 1943, si aggrega al primo gruppo partigiano in via di formazione nella zona delle Capanne di Marcarolo (AL) sopra i laghi del Gorzente, che a fine mese si sarebbe costituito nella 3ª brigata Liguria al comando di Edmondo Tosi (Ettore).
Scampato al sanguinoso rastrellamento della Benedicta, "Bob" torna a Genova unendosi ai Gap cittadini e facendo parte della 2ª squadra comandata da Lilio Giannecchini (Toscano). Il 23 maggio 1944 partecipa, a Genova Sampierdarena, ad un’azione contro i gerarchi fascisti Benedetto Franchi e Gildo Criscuolo, durante la quale rimane gravemente ferito. Rifugiatosi presso la casa della partigiana Iolanda Cioncolini (Gigia), ove riceve le necessarie cure, ai primi di luglio sale nuovamente in montagna nella zona di Pan-
nesi (GE), aggregandosi al distaccamento Peter comandato da Aurelio Ferrando (Scrivia). In agosto è inviato come rinforzo a Barbagelata (GE), ove si sta combattendo contro i tedeschi e contro gli alpini della divisione Monterosa. Successivamente opera in val Borbera (AL) e viene nominato commissario del distaccamento Sip della 58° brigata Oreste.
A fine ottobre, mentre è di ritorno da un’azione con altri effettivi del distaccamento, viene attaccato improvvisamente nella zona di Varinella, presso Arquata Scrivia (AL) da un gruppo di Brigate nere: pur avendo colpito alcuni nemici, permettendo ai compagni Aldo Bai (Zena), Mario Balocchi (Piccolo) e Agostino Queirolo (Ido) di mettersi in salvo, non riesce a impedire la morte della staffetta Giuseppe Salvarezza (Pinan). Più tardi, col suo distaccamento partecipa alle operazioni che conducono alla liberazione di Genova.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp. 241-242