Lenzi, Eugenio (Primula Rossa)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 14/11/1917

  • Pseudonimo, nome assunto

    Primula Rossa

  • Biografia

    Terzo di tre fratelli, rimase orfano pochi mesi prima della nascita: il padre Giovanni Lenzi, vicino alle idee socialiste e pacifiste, morì nella Prima Guerra Mondiale saltando in aria su un ponte di barche. Cresciuto in un collegio per orfani di guerra nei pressi di Lucca, sotto una rigida e a tratti inumana disciplina militare, ottenne il diploma magistrale e quello di perito agrario. Svolse il servizio militare per quattro anni ad Udine. L’8 settembre 1943, richiamato alle armi a Colleferro (Roma), riuscì, soprattutto grazie all’aiuto dei ferrovieri, a tornare fortunosamente a Montedivalli. Di idee socialiste, ben presto si unì, con il nome di “Primula Rossa”, alla lotta partigiana nella Brigata garibaldina “Vanni”, guidata -fino al rastrellamento nazifascista dell’agosto 1944- dal Comandante Primo Battistini “Tullio”. Il comando era ad Adelano di Zeri.
    Un gruppo di soli undici uomini della “Vanni” attaccò il 24 luglio durante un allarme aereo i magazzini della Wehrmacht a Ceparana, catturando 17 soldati e 3 ufficiali tedeschi e impadronendosi di un ingente quantitativo di generi alimentari. L’azione passò alla storia come “la beffa di Ceparana”. A guidare il gruppo fu il Comandante di Compagnia “Primula Rossa”. I prigionieri furono scambiati con alcuni civili catturati a Bolano alcune settimane prima. Nell’occasione dello scambio a “Primula Rossa” furono resi gli onori militari da parte dei tedeschi. Ma ciononostante alcuni giorni dopo i tedeschi cannoneggiarono gli abitati a monte di Ceparana e rastrellarono e incendiarono il paese di Follo Alto.
    Il grande rastrellamento del 3 agosto 1944 investì in pieno e disperse la “Vanni” (quindici furono i suoi morti), la quale, in questo momento, tranne un distaccamento comandato da “Primula Rossa” a Montedivalli e una forte squadra comandata da Luciano Colombo che operava al piano, si trovava a Boschetto nella vallata del Taro, in attesa di spostarsi nel Calicese. La Brigata, a causa di lacune organizzative e di comando, oppose alla dura offensiva nemica una resistenza non efficace.
    Fra le azioni compiute dalla “Vanni” nell’ottobre 1944 vanno ricordati il 6 ottobre l’attacco alla caserma fascista di Porta Castellazzo alla Spezia e il 29 ottobre l’attacco all’ex-Flage, sempre alla Spezia: un silurificio che era diventato la caserma migliarinese delle Brigate Nere. L’azione alla ex Flage, guidata da “Primula Rossa”, fu coraggiosissima. La caserma era costantemente vigilata da sentinelle appostate sul tetto, dove c’erano una mitragliatrice e una batteria di riflettori. Dopo una raffica alle luci i partigiani irruppero nel locale mensa e si ritirarono senza perdite: furono uccisi quattro brigatisti neri, altri furono feriti. Il 1° novembre scattò la rappresaglia fascista: furono uccisi dieci partigiani, o ostaggi prelevati dalle carceri o giovani delle SAP (Squadre di Azione Patriottica) operanti in città. Cinque a Fossitermi, cinque alla ex Flage.

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