Radiotelegrafista del 2° reggimento del Genio, viene colto dall'armistizio mentre si trova in licenza presso la famiglia a Oggebbio, sul lago Maggiore. Sottrattosi alla resa e unitosi con il fratello Alberto, capitano d'artiglieria, in dicembre raggiunge Campello Monti di Valstrona, nei pressi del lago d’Orta, entrando a far parte della formazione comandata dal capitano Filippo Maria Beltrami, poi costituitasi in brigata Valstrona. Capo del servizio informazioni, prende parte ai combattimenti e cura i radiocollegamenti fra i comandi militari italiano ed alleato e le formazioni partigiane della zona. In seguito allo scontro di Megolo (Anzola d'Ossola) del 13 febbraio 1944, costato la vita al comandante Beltrami e ad altri dieci compagni, Li Gobbi abbandona la valle Strona. Privo della ricetrasmittente, caduta in mano dei nazifascisti a Megolo, insieme con il fratello entra nell'organizzazione Otto. Aggregato ad una stazione radio operativa nei pressi di Genova, si adopera, muovendosi fra Milano, Genova e Torino, per ottenere aviolanci a favore della divisione Beltrami, di stanza nel Piemonte settentrionale, delle formazioni garibaldine di Vincenzo “Cino” Moscatelli, attive in Valsesia, e di altri gruppi dislocati nel biellese. Sorpreso a Genova dalle Ss, a seguito di una delazione, il 31 marzo 1944 mentre stava recandosi, con il fratello ed Edgardo Sogno (Franchi), ad una riunione dell’organizzazione Otto, benché ferito riesce a distruggere un cifrario che avrebbe consentito la localizzazione di diversi campi di lancio presidiati dai partigiani. Condotto alla Casa dello studente, Li Gobbi vi muore il giorno successivo per le torture subite dalle Ss nel corso degli interrogatori. Medaglia d'oro al valor militare.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021