Sottotenente d’artiglieria, dopo l’8 settembre lascia Alessandria, dove presta servizio con il suo reparto, per raggiungere Bobbio e unirsi alle prime bande partigiane del piacentino che, fra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944, confluiscono nella brigata Giustizia e libertà comandata da Fausto Cossu. Nominato aiutante maggiore, nel settembre 1944 lascia l’incarico e costituisce una brigata denominata Alpini Aosta, formata in maggioranza da ex alpini della divisione Monterosa. Con la mediazione del vescovo di Bobbio, monsignor Bernardo Bertoglio, accetta di incontrare il maggiore Cesare Paroldo, comandante del battaglione Vestone, ottenendo, con uno scambio di prigionieri, la liberazione di quindici civili catturati per rappresaglia e minacciati di fucilazione. Ad ottobre ottiene il comando della 7ª brigata Gl, anch’essa denominata Alpini Aosta, aggregando parte degli uomini del distaccamento Bocchè di Giuseppe Comolli (Pippo). La brigata, inquadrata nella divisione Gl e forte di quasi quattrocento effettivi, è dislocata fra Vaccarezza, Bobbio, Mezzano Scotti e Nosia. Impegnato, ad ottobre, nella riconquista di Bobbio, a fine novembre partecipa agli scontri scaturiti dal rastrellamento tedesco su Coli e Peli. Nel febbraio 1945, in seguito dell’arresto di quaranta civili come rappresaglia per la cattura di alcuni militari del presidio del monte Penice, Londei conduce, sempre con la mediazione di monsignor Bertoglio, le trattative per la ritirata dei presidi della Rsi dal Penice e da Bobbio, cittadina che sarà riconquistata il 3 marzo. Nello stesso mese la sua brigata, composta da circa 170 uomini, viene inquadrata nel raggruppamento divisioni Piacentine-pavesi e successivamente, con il nome di 7ª brigata Gino Cerri o Alpini Aosta, nella 1ª divisione Gl Piacenza di Cossu. Mantiene il comando della sua formazione fino alla Liberazione.