Lotta continua, periodico

  • Altra denominazione

    • Denominazione Lotta continua. Torino in mano ai proletari
    • Tipo Altre denominazioni
    • Denominazione Giornale casalese di Lotta continua
    • Tipo Altre denominazioni
    • Denominazione Giornale di Lotta continua di Alessandria, Asti e Casale, periodico
    • Tipo Altre denominazioni
    • Denominazione Proletari in divisa
    • Tipo Altre denominazioni
    • Denominazione Lotta continua. Democrazia forze armate e Democrazia cristiana (storia di un allarme)
    • Tipo Altre denominazioni
    • Denominazione Dalle lotte dei soldati dei sottufficiali degli ufficiali democratici un programma per la democrazia nelle forze armate
    • Tipo Altre denominazioni
    • Denominazione "...siamo noi i veri delinquenti". Giorno per giorno nel "Paese più libero". Libro bianco della repressione in Italia sotto il regime Dc-Pci
    • Tipo Altre denominazioni
    • Tipo Altre denominazioni
    • Tipo Altre denominazioni

  • Storia

    Lotta Continua è stato un settimanale e poi quotidiano politico italiano fondato nel 1969. Fu giornale ufficiale dell'omonimo movimento di estrema sinistra dal 1969 al 1976, anno dello scioglimento del gruppo politico. Ha cessato le pubblicazioni nel giugno del 1982.

    La testata nacque come settimanale il 1º novembre 1969 e divenne quotidiano il 11 aprile 1972. Il primo direttore responsabile della rivista fu Piergiorgio Bellocchio, che metterà unicamente la firma senza seguire la lavorazione del giornale; il suo posto fu preso in seguito, tra gli altri, da Pio Baldelli, Roberto Roversi, Marco Pannella, Nicola Zitara, Pier Paolo Pasolini, Giampiero Mughini, Alexander Langer e Adele Cambria, molti dei quali furono colpiti da denunce e diffide e non fecero mai parte del movimento politico, prestando il proprio nome come direttore responsabile per le esigenze di legge da una posizione che potremmo definire di "simpatizzanti" (Pannella era mosso più che altro dalle sue idee relative alla libertà di espressione).
    Il 18 maggio 1972, all'indomani dell'omicidio del poliziotto commissario Luigi Calabresi, il quotidiano accusò apertamente l'uomo di essere "il maggior responsabile dell'assassinio di Giuseppe Pinelli", l'ex partigiano ed anarchico morto nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era trattenuto (oltre le 48 ore di fermo di polizia) per accertamenti in seguito alla esplosione di una bomba nella sede di piazza Fontana della Banca Nazionale dell'Agricoltura, evento noto come strage di piazza Fontana e dal quale risultò poi essere stato estraneo. La dinamica della morte non è mai stata chiarita. .

    Dopo lo scioglimento del gruppo politico di Lotta Continua, il quotidiano (diretto da Enrico Deaglio a partire dal 1977) continuerà ad uscire in edicola fino alla fine del 1980, rappresentando in questo periodo le istanze del movimento della sinistra extraparlamentare del "Settantasette". Dopo una sospensione di qualche mese, il giornale riprese ad uscire nell'autunno del 1981 fino a cessare definitivamente le pubblicazioni il 13 giugno 1982.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Lotta_Continua_(giornale)