Studente universitario iscritto alla facoltà di scienze commerciali a Roma, nel 1942 ruba nei magazzini dell'esercito e ne viene cacciato. Alla proclamazione dell’armistizio lascia Brescia, dove presta il servizio militare, per fare ritorno nella capitale. Arruolatosi nel gennaio 1944 nella Marina tedesca, in estate è trasferito ad Alassio e poi ad Albenga (SV), dove a novembre entra a far parte delle SS tedesche in qualità di interprete alla Feldgendarmerie, affiancato dal tenente Alfred Fuchs e dal brigatista Romeo Zambianchi. Luberti diviene presto noto come “boia di Albenga” in quanto responsabile di arresti, rastrellamenti, sevizie, massacri di cittadini e partigiani. In più occasioni collabora attivamente, anche al di là delle sue specifiche competenze, con il tribunale militare presieduto dal generale Gerhard Dösse, comandante del 1° battaglione dell’80° reggimento di fanteria, resosi responsabile di diverse condanne a morte, dopo procedimenti sommari, contro patrioti e civili fucilati alla foce del fiume Centa e seppelliti in fosse comuni. Una serie di delitti per i quali gli Alleati dichiarano Luberti criminale di guerra. Il 24 aprile 1945, alla vigilia dell’insurrezione, lascia Albenga insieme al presidio tedesco facendo perdere le proprie tracce. Il 15 luglio 1946, a pochi giorni dall’inizio del processo per collaborazionismo nel quale è imputato con l’informatore delle SS Luciano Ghio, viene arrestato a Ventimiglia. Con sentenza del 24 luglio 1946 la Sezione speciale di Corte d’assise di Savona lo condanna alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena, poi commutata in ergastolo e ulteriormente ridotta in virtù dei decreti di amnistia. Scontati solamente sette anni, si avvicinerà agli ambienti politici di estrema destra per approdare poi al Fronte nazionale del principe Junio Valerio Borghese. Negli anni Settanta Luberti è stato imputato in un controverso processo per omicidio, dal quale, dopo la condanna a 22 anni in primo grado, è uscito assolto in quanto dichiarato incapace di intendere e volere al momento del fatto.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.251