Giovane attivista socialista, prende parte all’occupazione del cantiere del Muggiano nel 1920.
Successivamente aderisce al Partito comunista e, anche dopo le leggi eccezionali, lavora
nell’organizzazione clandestina del partito. Nel 1933 viene arrestato dall’Ovra e condannato
dal Tribunale speciale a sei anni di reclusione. Nel 1941, nuovamente arrestato, è inviato
al confino alle isole Tremiti.
Dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943 impianta a Rocchetta di Lerici (SP) una tipografia
clandestina dove stampa materiale per il Cln. A metà settembre 1944, sfuggendo all’arresto
da parte dei tedeschi che hanno individuato la sua attività, raggiunge le formazioni partigiane e, a metà dicembre, è nominato commissario politico della IV Zona operativa. In questa veste affianca Mario Fontana (Turchi), comandante della zona, nell’opera di coordinamento, indirizzo e riorganizzazione delle brigate che, durante molte puntate tedesche e il duro rastrellamento invernale, avevano subito pesanti perdite e registrato molte defezioni.
Alla Liberazione il Cln lo designa sindaco di Lerici e in seguito ricopre il ruolo di presidente della Provincia.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.253-254