Dirigente della federazione genovese del Pci si adopera per la diffusione di stampa clandestina. Arrestato nel 1939 viene tradotto alle carceri di Marassi, poi a quelle romane di Regina Coeli e, successivamente, al carcere di Castelfranco Emilia (Modena). Rilasciato il 25 luglio, dopo l’armistizio è tra gli organizzatori della lotta armata, salendo in montagna e formando un primo gruppo di partigiani, comprendente anche ex prigionieri sovietici e jugoslavi, presso la cascina Le Ciliegie a Voltaggio. Verso la metà di novembre 1943, Mandoli è commissario della banda guidata da Edmondo Tosi (Ettore) che si attesta presso i laghi della Lavagnina. Da questo gruppo nascerà la 3a brigata garibaldina Liguria. Nel gennaio 1944 la brigata conta già circa quaranta effettivi, ma con un armamento del tutto insufficiente. Il 25 febbraio 1944, Mandoli, insieme a Goffredo Villa (Franco), lascia la sede del Comando per recarsi ad un incontro con componenti del Cln di Alessandria. I due sono però catturati poco dopo da una squadra di Gnr e tradotti nelle carceri di Alessandria: i successivi tentativi dei compagni della brigata per liberarlo sono frustrati dalla scarsità delle informazioni disponibili e dal rastrellamento che poco tempo dopo investe la zona. Trasferito alla questura di Genova viene identificato e incarcerato a Marassi. Il 19 maggio 1944 è prelevato dal carcere e trasferito al Turchino dove sarà trucidato insieme ad altri 58 patrioti.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021