Iscritta al Pci dal 1930, comandante partigiana in Bassa Valtellina con il nome di battaglia "Manuela" nel 1944, nella stessa zona fu anche commissario politico. Non potendo più combattere nelle formazioni partigiane per motivi di salute (congelamento dei piedi e delle mani) si trasferì a Torino dove collaborò in qualità di segretaria con Giorgio Amendola fino alla liberazione nel 1945 con il nome di battaglia "Angelica". Nel dopoguerra si trasferì a Londra con il marito, un militare inglese. Rimasta vedova, tornò a Torino. Sorella di Gabriele Manfredi, sappista a Torino durante la Resistenza. Fu pianista fino a quando non subì il congelamento delle mani, in seguito nel dopoguerra fu traduttrice letteraria di opere dal francese all'italiano e di materiale tecnico dall'inglese (descrizione di macchinari, ecc.).