Giotto Maraghini nacque il 16 novembre 1882 a Sanremo, secondogenito degli otto figli di Edoardo Maraghini – laureato in Storia naturale, libero pensatore,insegnante e preside in vari licei di tutta Italia, compreso il Lagrangia di Vercelli dal 1911 al 1922 – e di Maria Repanai, entrambi di origine aretina. Inizia la sua carriera all’Accademia Navale di Livorno nel 1899 come guardiamarina e morirà a Roma il 10 aprile 1946 come ammiraglio di squadra. Parteciperà a tutti i fatti salienti della Marina nella prima metà del XX secolo. Il 4 dicembre 1915 sposa Barbara Garrone, sorella di Eugenio e Giuseppe, da cui avrà cinque figli: Edoardo, Luigi, Maria Eugenia, Alessandra ed Elena. All’inizio della sua carriera gli erano stati assegnati compiti di studio dei fondali marini e affidate grosse navi da crociera dove la posizione delle stelle e precisi calcoli astronomici erano l’unica guida per navigare in mare aperto in cui Giotto eccelleva. Partecipò alla guerra italo turca (1911-1912) e durante la prima guerra mondiale sui sommergibili Atropo e H7. Il tre e il quattro giugno 1916, al suo comando e con a bordo Nazario Sauro come pilota, il sommergibile Atropo penetrò nel Quarnerolo e fu il primo sommergibile italiano ad affondare una nave nemica. L’H7, invece, fu portato in Italia sempre al suo comando con un avventuroso viaggio attraverso l’Oceano Atlantico nel 1917 affrontando cicloni e insidie di ogni genere. Da tenente di vascello, venne promosso a capitano di corvetta per meriti di guerra nel corso del 1918 e continuò a prestare servizio sui sommergibili come capitano di fregata dal 1924 e dal 1930 come capitano di vascello. Venne in seguito incaricato della difesa della base navale di La Spezia e di comandante della piazza marittima di Brindisi. Contrammiraglio dal 1934 e ammiraglio di divisione nel 1936, venne promosso ammiraglio di squadra nel 1941 quando divenne presidente del Consiglio superiore di Marina dopo aver assolto a servizi militari e scientifici e coordinato i progetti tecnici. Durante la seconda guerra mondiale, il 15 aprile 1943, divenne Comandante in capo del Dipartimento militare marittimo di La Spezia e alla proclamazione dell’armistizio, l’8 settembre 1943, diede disposizioni affinché le navi che si trovavano nell’impossibilità di salpare fossero autoaffondate o distrutte. Nel giugno 1944 si presentò a Roma al Ministero della Marina dove venne assegnato al Gabinetto del ministro fino al 16 novembre 1945. Il compagno di corso Oscar Di Giamberardino, lo ricorda così a proposito di queste ultime dolorose vicende che lo porteranno anche all’epurazione: «Quando la follia di un uomo ha mandato tutta una nazione a cozzare contro l’impossibile, e la Marina ha fatto più che il Suo dovere, pur col cuore stretto dall’angoscia di dover combattere per una causa non giusta e necessaria, il Maraghini non ha avuto incarichi di primo ordine. La sua saggezza dava forse ombra agli impulsivi e agli sventati. Lo ritroviamo comandante in capo del dipartimento marittimo della Spezia verso il triste epilogo della tragedia militare, quando la valanga generata da chi si trovava sulla vetta precipitava giù a valle, senza che fosse possibile, a uomini anche di valore non comune, che si trovavano sulle falde, di arrestare la massa travolgente.» Giotto ci lascerà diari e scritti delle sue vicende tra cui il bellissimo libro Atropo (dal nome del suo primo sommergibile) edito nel 1934.