Studente di scienze naturali e aderente alla Fuci, all’indomani dell’8 settembre 1943 si mette in viaggio con due amici verso sud per raggiungere le regioni liberate e sfuggire all’arruolamento militare. A Napoli viene reclutato nell’Organizzazione Resistenza Italiana (Ori) in via di formazione. Addestrato militarmente dapprima a Pozzuoli in un campo organizzato dalla 5° armata americana e poi a Brindisi dagli inglesi, nel luglio 1944 viene paracadutato con tre compagni del team Meriden, nell’ambito della missione Apple in val Pellice, prima di trasferirsi, attraverso le valli Lemme e Trebbia, a Pian Cerreto, frazione di Cabella in val Borbera (AL). Marré e i suoi compagni sono incaricati principalmente di raccogliere informazioni sui nemici e di tenere i contatti tra i gruppi partigiani della zona con le armate del Sud. Lasciato a dicembre il team Meriden, Marré si unisce alle formazioni partigiane, diventando, il mese successivo, comandante della brigata garibaldina Arzani, operante nelle valli Scrivia e Curone, al posto di Franco Anselmi (Marco) arrestato dai fascisti a Milano ma liberato a seguito di uno scambio e, comunque, accusato di non aver saputo efficcemente fronteggiare un attacco della divisione Turkestan ed evitare lo sbandamento dei suoi uomini. Nei primi mesi del 1945 la brigata Arzani sposta il comando nella località di Montebore e si rafforza sensibilmente nell’organico, raggiungendo nel mese di marzo i cinquecento effettivi. Al comando di Minetto, nei giorni della Liberazione la brigata Arzani costringe alla resa alcuni presidi tedeschi tra cui quelli di Novi Ligure e Tortona. Nel dopoguerra torna a svolgere la sua attività di botanico, divenendo docente all’università statale di Milano e membro dell’Accademia dei Lincei.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.266