Giovane antifascista, è tra i fondatori della rivista Pietre, insieme a Franco Antolini (Furlini), Francesco Manzitti (Marchetti), Enrico Alpino, Virgilio Dagnino e altri coetanei. Negli anni successivi lo troviamo invece nel gruppo di antifascisti che ruotano intorno al filosofo Giuseppe Rensi e a Emanuele Sella. Quando, dopo il 25 luglio, si apre un nuovo spazio politico, è tra i rifondatori del Partito liberale insieme a Mario Albini (Giorgi), Francesco Manzitti e Bruno Minoletti (Pareto). Diventa quindi il rappresentante del Pli dapprima nel Comitato dei partiti antifascisti e, a partire dal 9 settembre 1943, nel Cln Liguria. Nel Comitato svolge molteplici attività che spaziano dai sopralluoghi nell’entroterra, legati alle esigenze della guerriglia, agli incontri con i rappresentanti delle missioni alleate, perseguendo sempre il fine dell’unità d’azione tra le forze antifasciste e dell’intransigenza nei confronti dei nazifascisti. Fa parte del Comitato per tutto l’arco della Resistenza e, in tale veste, partecipa anche alle trattative finali con i tedeschi a villa Migone, conclusesi con la resa del generale Günther Meinhold. Prefetto di Genova nei mesi immediatamente successivi alla Liberazione, membro dell’Assemblea costituente, intraprenderà un’importante carriera diplomatica.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari, Genova, 2008