Partigiano attivo nei Gap di Genova, VI Zona Operativa Liguria.
Operaio dell'Ansaldo Meccanico, dopo l'8 settembre diventa comandante Gap di una formazione operante nella zona di Genova-Sampierdarena. Nel marzo 1944 partecipa, con la squadra comandata da Germano Jori (Renato), all'azione per liberare Alessandro Lucarelli dall'ospedale. Arrestato e rinchiuso nella caserma dei carabinieri di Genova-Campasso, il 12 giugno è liberato da una squadra composta da Lilio Giannecchini (Toscano), lo Jori, Gianni Ponta (Gianni) e Giovanni Galeano (Leni).
Viene nuovamente arrestato nel luglio 1944 dopo una laboriosa indagine diretta dal capo dell'ufficio politico della Questura, Giusto Veneziani, che lo scopre in piazza Banchi assieme a Mario Cassurino (Saetta). Ferito, è condotto nelle celle della Questura dove viene sottoposto ad un interrogatorio. Renato Quartini (Tino) ed una squadra di uomini del Fronte della Gioventù tentano ancora una volta di liberarlo dall'ospedale San Martino in cui è ricoverato, per le ferite riportate durante l'arresto, ma il tentativo fallisce.
Nel Fondo "Giannecchini-Toscano", busta 3, fascicolo n.8 conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea - ILSREC - di Genova, è reperibile copia statica di un rapporto sd redatto presumibilmente dal Veneziani stesso al termine delle indagini sui partigiani genovesi e contenente nominativi e sintesi dell’operato di numerosi "ribelli" tra cui il Masnata. in esso egli viene così descritto:
"E' responsabile confesso di aver diretto la operazione per l'assassinio della GNR Baffico e Bruzzone e di aver ucciso personalmente il primo di costoro. Si ritiene che al Masnata debbano addebitarsi numerosi altri omicidi, oltre alla partecipazione al rapimento dall'ospedale di Sampierdarena del comunista Lucarelli Alessandro avvenuta la sera del 7 aprile 1944 ad opera di una banda di circa 20 persone bendate e armate. E' responsabile altresì di violenza e resistenza alla forza pubblica, essendosi ribellato al momento dell'arresto, avvenuto in via Orefici il 20 luglio decorso, tanto che gli agenti operanti furono costretti a fare uso delle armi ferendolo alle gambe".
Masnata viene ucciso il 28/08/1944 dai fascisti ma il suo corpo non verrà mai ritrovato nonostante gli appelli della famiglia. Da un documento dell'Anpi di Sampierdarena sembra sia stato fucilato nel settembre (?) 1944 nei pressi di Camogli. Medaglia di bronzo al valor militare alla memoria.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.270-271