Marinaio in servizio presso la caserma Enrico Toti di La Spezia, l’8 settembre viene fatto prigioniero, mentre stava avviandosi verso Varese Ligure, da una colonna tedesca giunta dal Brennero e diretta a rinforzare il presidio spezzino. Riuscito a fuggire, con altri giovani renitenti decide di aggregarsi alle formazioni partigiane di montagna, scelta poi compiuta anche dal padre e dal fratello. Nell’aprile 1944, in frazione Loto di Sestri Levante, entra in contatto con la piccola banda del Casone delle Vagge, organizzata nell’entroterra di Lavagna dai fratelli Eraldo Fico (Virgola) ed Italo Fico (Naccari) e da Giovanni Sanguineti (Bocci). Con questa formazione, aumentata progressivamente di numero, Massucco a giugno si sposta a Comuneglia e poi nella frazione di Iscioli, nel comune di Ne. Dalla fine di luglio il suo gruppo viene inquadrato nella 3ª brigata Liguria comandata da Aldo Gastaldi (Bisagno), con il quale è da tempo in contatto, e si trasferisce a Velva di Castiglione Chiavarese. Ad agosto prende parte con i compagni ai combattimenti di Castello e Carro (La Spezia) e, successivamente, inquadrato nel distaccamento Dall’Orco della brigata Coduri, passa a combattere nella zona dei monti Penna ed Aiona. Il 23 aprile, alla vigilia dell’insurrezione, combatte a Cavi di Lavagna e, il giorno successivo, rimane ferito ad un occhio, in località Ponte della Maddalena, negli scontri che precedono la liberazione di Lavagna.