16 agosto 1884, Firenze - 1 dicembre 1947, Pisa.
Praticò la professione legale per qualche tempo per poi avvicinarsi al mondo della politica. Entrò ben presto tra le file del Partito repubblicano, diventando uno dei maggiori esponenti nel territorio del Centro Italia. Allo scoppio del primo conflitto mondiale si arruolò nei bersaglieri e la sua prestazione in guerra gli fece guadagnare una medaglia di bronzo al valore militare. Alle elezioni del 1919 si candidò di nuovo nella lista “Blocco socialista, riformista, repubblicano e combattente”, che prese l’11% dei voti, riuscendo così ad ottenere l’agognato seggio in Parlamento. L’anno successivo Meschiari fu costretto a lasciare i repubblicani per non essere sottoposto al procedimento di espulsione dal partito, dovuto alla sua partecipazione ad una manifestazione in commemorazione della marcia dannunziana su Fiume. Dopo l’allontanamento dal gruppo repubblicano, comunque, Meschiari si avvicinò molto alle posizioni di Mussolini. Dopo il delitto Matteotti, infatti, l’avvocato toscano aderì totalmente al Partito fascista e rimase fedele al regime fino all’ultimo: dall’ottobre 1943 fino all’aprile 1944 fu il delegato della Rsi in Toscana. Finita la guerra fu arrestato e rimase in carcere per un breve periodo.