La Missione Turdus, svolta durante la Seconda guerra mondiale in Italia, dipendeva dallo Special Force 1, unità responsabile del sostegno ai partigiani italiani e formazione militare non regolare facente parte del SOE (Special Operations Executive), organismo indipendente sotto la responsabilità del Ministero Britannico per l'aiuto ai movimenti di Resistenza in tutti i paesi occupati dal nemico. Lo Special Force 1 lavorava in stretta cooperazione, come organizzazione segreta ad alto livello, con il Comando Militare Alleato in Italia.
La Missione Turdus era partita dal Quartier generale dello Special Force 1 italiano, con sede in Puglia a Monopoli-Brindisi, e i suoi membri (capitano Roberto Battaglia ovvero "Renzo Barocci", Alvaro Giusti ovvero "Bruno Innocenti", e radiotelegrafista Vitaliani ovvero "Vita") dovevano essere paracadutati a Trebbio in Emilia per rafforzare la Missione britannica del maggiore Johnston presso i partigiani operanti nella zona di Reggio Emilia. Per errore fu invece paracadutata in Toscana a Piola, in Garfagnana; in tale territorio operava la "banda Tony" comandata dal maggiore Anthony John Oldham, che della Missione Turdus verrà nominato Capo missione dallo Special Force 1.
Fonte: Mechini Piero, “Una cronaca di guerra partigiana: la fine della Divisione Garibaldi Lunense”, in “Ricerche storiche”, anno XVIII, n.2, maggio-agosto 1988, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1988, pp. 265-266