Giovane studentessa, svolge un’intensa attività in appoggio alla lotta clandestina antifascista: nella sua casa genovese di Ponte Carrega è presente uno dei primi ciclostile per volantini e altro materiale di propaganda per conto dei Gap genovesi. È attiva nei Gruppi di difesa della donna, in collegamento con Giacomo Buranello (Pietro), e nella Brigata Sap interamente femminile "Alice Noli", ma viene individuata e arrestata il 21 luglio 1944. Il 3 agosto il capo dell’Ufficio politico della questura di Genova, Giusto Veneziani, inserisce il suo nome nell’elenco delle 81 persone da rinviare a giudizio per reati contro la Rsi e i suoi alleati tedeschi. Il procuratore generale chiede la pena di morte per sette imputati, compresa Maria Angela Moltini che invece, dopo essere stata rinchiusa nel carcere di Marassi, il 15 settembre 1944 viene inviata al campo di concentramento di Bolzano insieme ad altri detenuti fra i quali Rina Chiarini (Clara). Il 25 marzo 1945, insieme a Clara, riesce a fuggire dal lager con l’aiuto di elementi del Cln locale. Munite di vestiario, denaro e falsi documenti, le due donne si mettono in viaggio e, a piedi o grazie a passaggi ottenuti su camion anche tedeschi, riescono a raggiungere Milano e, dopo un soggiorno non privo di rischi, rientrano il 26 aprile in una Genova ormai liberata.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p. 290