Augusto Monti fu scrittore e docente di lingua italiana e latina. Fino al 1934 fu insegnante al liceo classico Massimo d'Azeglio di Torino. Ebbe tra i suoi allievi alcuni tra i più noti personaggi della cultura torinese: Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Massimo Mila; fu amico di Piero Gobetti (collaborò alla sua rivista «La Rivoluzione liberale») e di Antonio Gramsci.
Di ideologia crociana e antifascista, già nel 1925 interruppe la sua collaborazione al «Corriere della sera» in segno di protesta alla "presa fascista" del quotidiano. Nel 1934 venne arrestato e condannato dal Tribunale speciale fascista a 5 anni di carcere. Durante il periodo di detenzione ebbe come compagno di cella il politico anticlericale Ernesto Rossi.
Quando nel 1939 venne scarcerato si stabilì prima a Torino, poi a Cavour e infine a Chieri, nel tentativo di sfuggire al continuo controllo degli agenti dell'OVRA. A Chieri trovò riparo nella casa dell'ex domestica della figlia Luisa, presso il colle di San Giorgio, spacciandosi per generale in pensione; riuscì così a non destare sospetti tra i vicini di casa e da lì poté anche proseguire il suo impegno di militanza politica.
Partecipò alla resistenza nel Partito d'Azione e, dopo il suo scioglimento, aderì come indipendente al Partito comunista. Fu tra i più attivi collaboratori del quotidiano «l'Unità» e delle riviste «Rinascita», «Belfagor» e «Il Ponte».
In campo letterario si fece conoscere con l'opera di narrativa I Sansôssí pubblicata nel 1963 da Einaudi. La sua ultima opera, dal titolo I miei conti con la scuola, risale al 1965.