Francesco Moranino (Tollegno, 16 febbraio 1920 – Grugliasco, 18 giugno 1971) è stato un partigiano e politico italiano, organizzatore e comandante delle formazioni garibaldine comuniste nel Biellese durante la Resistenza, comandante del Distaccamento Garibaldi "Pisacane". Nell'estate del 1944 ebbe luogo nel Biellese quella che è conosciuta come strage della missione Strasserra. Emanuele Strasserra, agente dell'OSS, era stato inviato in Liguria dalle forze alleate con il compito di coordinare la lotta partigiana e di consegnare un rapporto agli agenti alleati operanti in Svizzera. Egli contattò Francesco Moranino e arruolò quattro partigiani. Cinque partigiani della "missione Strasserra", sospettati di essere in realtà spie nazifasciste, furono fucilati il 26 novembre 1944 in località Portula, attirati in un'imboscata, e due delle loro compagne uccise. Le vittime furono: Emanuele Strasserra, agente del Sud, sbarcato sulla costa ligure da un sommergibile USA all'inizio dell'estate 1944; Gennaro Santucci, partigiano; Ezio Campasso, partigiano; Mario Francesconi, partigiano; Giovanni Scimone: partigiano. Il 9 gennaio 1945 furono liquidate le compagne di due dei partigiani uccisi, Maria Santucci e Maria Francesconi: un uomo bussò di notte alla loro porta, esse uscirono e furono uccise con un colpo alla testa, perché stavano per scoprire la verità sulla sorte dei loro mariti. Nel dopoguerra Moranino - abbandonate le armi - iniziò la sua carriera politica, diventando segretario della Federazione comunista biellese e valsesiana. Nel dopoguerra i familiari dei cinque partigiani fucilati e delle due donne uccise svolsero indagini e raccolsero prove che presentarono alle autorità. Furono fatte delle indagini ufficiali che orientarono le responsabilità sul deputato comunista: Moranino fu pertanto accusato dell'eccidio della "Missione Strasserra" e delle due donne.