La necessità di una stampa clandestina è avvertita sin dall’inizio della lotta di Liberazione. In Liguria, come nelle altre regioni del centro nord, si redigono giornali sia legati ai partiti che alle formazioni partigiane: in assenza di una tipografia disponibile viene usato il ciclostile o una macchina da scrivere e, in casi estremi, si ricorre alla semplice scrittura manuale. Le prime pubblicazioni clandestine genovesi, a partire dal settembre 1943, sono Risorgere , Il Conciliatore e La voce d’Italia, periodico del Cln. Nel capoluogo verranno inoltre stampati l’edizione ligure dell’Unità, organo del Pci, Il Corriere, Il Secolo liberale, organo del Pli ligure, e vari fogli clandestini, tra cui ricordiamo Il Sapista, Insorgere e La barricata, a cura delle Sap genovesi, La voce dei giovani, organo del Fronte della gioventù, La vita, redatto dall’Unione donne italiane, La voce degli intellettuali, edito dal Cln Liguria, La voce del popolo e L’attivista, voci del Pci genovese, Donne in lotta e Noi donne, veicolati dai Gruppi di difesa della donna, Il goliardo, rivolto agli studenti universitari genovesi. Stampato nelle tipografie di Bobbio e Bettola, in val Trebbia, e diretto da Giovanni Serbandini (Bini), Il Partigiano diviene il giornale della divisione Cichero e, successivamente, dell’intera VI Zona, ove circolano anche Il grido del popolo, organo della divisione Gl Piacenza, Guerriglia, foglio destinato ai partigiani del piacentino, e Stampa libera, supplemento del Partigiano dedicato agli articoli provenienti dalle testate dell’Italia meridionale. Sulla scia del Partigiano verranno alla luce Il Garibaldino, giornale della divisione Aliotta e delle formazioni Garibaldi dell’Oltrepo pavese, Raffica, della brigata Berto, Il Ribelle, della divisione Pinan-Cichero, Il Patriota, della divisione Mingo, Voce garibaldina, della Coduri, Dai! Dai! Dai!, della brigata di manovra Caio, e Fratelli d’Italia, della brigata Odino. Nuovi fogli, come Il cantiere e La scintilla, destinati ai lavoratori, Il risveglio, curato dai comunisti della val Polcevera, e altri ancora legati ai partiti antifascisti, fioriscono a Genova nei mesi prossimi alla Liberazione. In provincia di La Spezia viene diffuso, dai patrioti della brigata Liguria, La Riscossa italiana e, da parte del Comando IV Zona, Lunigiana in armi. Nell’entroterra savonese escono Il volontario della libertà, organo della 1ª divisione Bevilacqua e, a cura della 5ª e 6ª brigata, Noi venturi e Pioggia e fango, mentre in città abbiamo La voce dei giovani, da parte del Fronte della gioventù, Savona proletaria, voce della federazione comunista, Noi donne, pubblicato dai Gruppi di difesa della donna, e altri fogli rivolti al mondo contadino e intellettuale. Nell’imperiese circola Il Garibaldino, organo della divisione Cascione, Il comunista ligure, che riporta notizie trasmesse da radio Londra e da radio Mosca, e varie altre pubblicazioni riconducibili alla locale federazione comunista e al Fronte della gioventù. Da ricordare, quanto a Sanremo, La riscossa, organo del Fronte della gioventù, La voce della democrazia e La nostra lotta, giornali, rispettivamente, del Cln e Pci cittadino.
“Noi donne”, organo dei “Gruppi di Difesa della Donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà” (GDD). Esce dall'aprile del 1944 fino alla liberazione. Si trasformerà, poi, nel periodico dell'Unione Donne Italiane (UDI). «Il tema più ricorrentemente affrontato è quello della specificità e dell'importanza del ruolo delle donne durante la lotta di liberazione in corso: dalla difesa delle case e dei propri figli, alla lotta quotidiana contro il carovita e la borsa nera, alla necessità di aiutare gli uomini a compiere la scelta partigiana, a più ampie considerazioni sulla condizione femminile» (Renosio)
https://www.anpi.it/storia/233/stampa-clandestina
Stampa clandestina, in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Torino, Einaudi, 2006, pp. 633-654. Contributi di M. Dondi, M. Renosio, F. Sessi
http://www.stampaclandestina.it/?page_id=223