Opera Nazionale Maternità e Infanzia, Onmi

  • Storia

    L'Opera nazionale maternità e infanzia (conosciuta anche con l'acronimo ONMI), è stata un ente assistenziale italiano fondato nel 1925 allo scopo di proteggere e tutelare madri e bambini in difficoltà. L'Opera è stata sciolta con la legge n.698 del 23 dicembre 1975.

    L'atto di fondazione dell'ONMI è una legge del 10 dicembre 1925 (L. 2277/1925) mediante la quale si costituisce - per la prima volta nella storia italiana - un ente parastatale specificatamente finalizzato all'assistenza sociale della maternità e dell'infanzia. Modello dell'Opera è il Belgio, dove dal 1919 è attiva l'Opera di protezione nazionale dell'infanzia, che si occupa della tutela dell'igiene nella prima infanzia. Nel panorama dei paesi maggiormente industrializzati, l'Italia arriva per ultima alla costituzione di un ente parastatale a tale scopo. Leggi sull'assistenza della maternità e della prima infanzia sono già state promulgate in Gran Bretagna (1918), Stati Uniti (1921), Germania (1922) e Danimarca (1922).

    Con l'avvento del regime fascista nel 1922 e l'instaurarsi della dittatura a partire dal gennaio 1925, si dà corpo al progetto della cosiddetta battaglia demografica: una serie di interventi, tra i quali è prevista la costituzione dell'ONMI, tesi a debellare i tassi di mortalità infantile, drammaticamente alti in Italia, e portare di conseguenza a una crescita quantitativa della popolazione, passando dai 40 ai 60 milioni di abitanti. L'ideologia del "numero come potenza", espressa per voce dello stesso Mussolini durante il discorso dell'Ascensione del 26 maggio 1927, va di pari passo con il moderno interesse per l'eugenetica, oggetto di studio già da fine Ottocento tramite il lavoro di antropologi come Cesare Lombroso.
    Successivamente all'istituzione dell'ONMI, nel 1926 venne creata l'Opera Nazionale Balilla (la quale nel 1937 si fuse con la Gioventù italiana del littorio). Alla luce di queste premesse viene concepita l'istituzione guida per la "modernizzazione della maternità". L'Opera è amministrata da un consiglio centrale, con sede a Roma, che dirige e coordina le attività delle istituzioni minori, diffuse in modo capillare sul territorio nazionale. Al momento del suo affermarsi, l'ONMI si trova a fare i conti con una rete di tradizioni ben radicate in ambito locale: esistono già organismi, prevalentemente privati o religiosi (congregazioni di carità, opere pie), che si occupano di dare sostegno, refezione e alloggio a madri e bambini in situazioni di estrema difficoltà. La novità rappresentata dall'ONMI è il tentativo di passaggio da forme di beneficenza privata alla formula di assistenza pubblica a carico dello Stato.
    Il personale ONMI è costituito da specialisti in pediatria (professione ufficializzata nel 1932), ostetricia (nel 1937 il termine ostetrica prende il posto di levatrice), otorinolaringoiatria, dermosifilopatia e, in seguito, neuropsichiatria infantile. Per creare tale personale, che in principio scarseggia, vengono resi obbligatori corsi di formazione per i laureati in medicina e le levatrici, da tenersi presso istituti che dispongano dell'attrezzatura per esercitazioni pratiche: istituti di ricovero per lattanti, orfanotrofi, cliniche pediatriche e ostetriche. L'ONMI promuove inoltre l'istituzione, a partire dal 1946, di CMPP (centri medico-psicopedagogici), per seguire ragazzi con gravi anomalie psichiche. Gli assistiti devono rispondere a precisi requisiti di reddito e di situazione familiare. L'ONMI interviene laddove non sia presente una normale struttura familiare a tutela della madre e del bambino, ossia laddove la figura del marito-padre sia vacante o ritenuta inadatta. Nei primi anni di vita dell'Opera, le attività vengono svolte in ospedali, cliniche pediatriche o istituti di ricovero per lattanti. Tuttavia, dal 1932 l'allora direttore ONMI Sileno Fabbri dà avvio alla costruzione di Case della Madre e del Bambino, strutture dedicate a interventi terapeutici e sanitari in favore della maternità e dell'infanzia.
    Ad integrare i servizi di assistenza materna, si promuove l'istituzione di asili nido per bambini fino al terzo anno d'età, in prossimità delle fabbriche dove lavorano le madri, o laddove sia possibile all'interno delle fabbriche stesse, insieme alla camera di allattamento. Novità dell'ONMI è la creazione di consultori pediatrici dotati di strumentazioni specifiche, quali dispensari di latte, bilance, incubatrici, culle termostatiche. Obiettivo-chiave dell'ente è di costituire strutture volte a combattere la tubercolosi infantile; a tale scopo vengono istituiti i CPA (Consorzi provinciali antitubercolari) e rese obbligatorie colonie estive di profilassi per i bambini considerati particolarmente predisposti: colonie marine e montane, stazioni elioterapiche, asili profilattici veri e propri. Gli antibiotici, scoperti intorno alla metà degli anni trenta, rendono possibile la sconfitta - o quantomeno un maggiore controllo - di malattie fino a quel momento mortali, quali la polmonite, l'angina e la meningite. Della refezione dei bambini più poveri, a cui la scuola è tenuta a provvedere anche nei mesi estivi, si occupano non soltanto l'ONMI, ma anche e soprattutto l'ONB (Opera nazionale balilla) e l'EOA (Ente opere assistenziali) del regime fascista.

    Tra 1933 e 1934 avviene la prima vera e propria riorganizzazione dell'ONMI da parte del regime fascista. Entrano ufficialmente nei ranghi dell'Opera esponenti del PNF, provenienti dalla Delegazione generale di sanità dei fasci, e molte delle iscritte alla Federazione dei fasci femminili: il partito ritiene infatti idonea una presenza femminile significativa all'interno di un ente che, come l'ONMI, di questioni femminili si occupa in prima persona. Nell'ambito del progetto di "purificazione della razza" intrapreso dal regime, l'ONMI vede ristretta la propria autonomia. Il Ministero dell'Interno limita non soltanto l'autonomia decisionale e amministrativa dell'Opera, ma anche di tutte le amministrazioni parallele nel campo dell'assistenza.
    Sotto la dittatura fascista, si passa da una eugenetica qualitativa (favorevole al controllo delle nascite, all'aborto, alla sterilizzazione) a una eugenetica quantitativa di stampo pronatalista: nel 1926 viene messo fuori legge l'aborto, considerato crimine contro lo Stato, e viene vietata qualsiasi propaganda in favore di metodi anticoncezionali.
    Nel 1933 viene istituita la Giornata della Madre e del Fanciullo, fissata significativamente al 24 dicembre: la figura della buona madre fascista viene così fissata ideologicamente alla castità della Madonna, e al sacrificio supremo del figlio maschio. Il PNF dispone inoltre che, qualora il padre non sia già sposato, vengano uniti in matrimonio i genitori del bambino. L'ONMI viene impiegata per incoraggiare e rafforzare non soltanto le unioni legittime, ma anche il valore della famiglia come nucleo in cui l'uomo ricopra il ruolo di guida e protettore.
    Durante l'esperienza della Repubblica di Salò (novembre 1943) la sede centrale dell'ONMI viene spostata da Roma a Pedrengo (in provincia di Bergamo); tornerà a Roma nel 1944. Con la caduta del fascismo, decadono le cariche ricoperte nel ventennio precedente dagli esponenti del PNF; tuttavia l'ente non viene sciolto, ma anzi riorganizzato per poter far fronte alla situazione di emergenza del dopoguerra. Permangono, aggravati dalla guerra, i motivi strutturali che avevano portato nel 1925 alla creazione dell'Opera.
    Tra gli anni 1950 e gli anni 1960 si sviluppano in Italia molti consultori tradizionali: materni, pediatrici, dermoceltici. Si avverte inoltre la necessità di una riforma generale che interessi non soltanto l'Opera, ma il Servizio sanitario nazionale (SSN). Progressivamente, le donne preferiscono rivolgersi a ospedali ed a enti sanitari mutualistici, piuttosto che ai consultori ONMI. La tendenza generale di questi anni è pertanto un incremento significativo del numero di consultori pediatrici, ed una parallela diminuzione di quelli materni. La riforma del sistema sanitario prende corpo nella creazione di Unità sanitarie locali (USL, oggi ASL) e nell'applicazione dell'ordinamento regionale (1970), in base al quale la Costituzione stabilisce che tutte le competenze in precedenza affidate all'ONMI vengano trasferite alle regioni: dall'assistenza sanitaria di base all'assistenza sociale. Il decentramento delle funzioni assistenziali in province, comuni, USL ed altri ECA (Enti comunali di assistenza) rende difficile un possibile coordinamento con l'Opera, che - oltre a vedersi svuotata di ogni funzione - ha difficoltà a trovare i mezzi per rinnovare le proprie strutture.
    Nel 1975 viene applicata la legge di riassetto del parastato, circa la soppressione dei cosiddetti enti inutili. La sovrapposizione di competenze tra ONMI e regioni viene sciolta in favore delle seconde: è alle regioni che spetta, da ora in avanti, l'assistenza sanitaria e il coordinamento delle attività dei nuovi consultori familiari in via di sviluppo.
    L'ente viene ufficialmente soppresso il 31 dicembre 1975.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Opera_nazionale_maternit%C3%A0_e_infanzia