Bartolomeo Bosco, nel 1412, fondò l'Ospedale "della Beata Vergine della Misericordia" in vico Pammatone (passato però alla storia come l'Ospedale di Pammatone).
L'ospedale, nato con l'acquisto di soli due modesti edifici fu ingrandito nel tempo grazie anche ai lasciti di numerosi benefattori, e rimase per quasi 5 secoli il più grande ospedale della città assorbendo man mano le "attività" degli ospedali minori.
L'ospedale era stato costruito all'estrema periferia della città, al di fuori delle mura del Barbarossa che hanno continuato a segnare fino al 1800 i confini del centro urbano. Ma nulla dura in eterno e, con l'espansione della città, ospedali e carceri vennero spostati nelle nuove periferie. Così, nei primi decenni del 1900, i malati vennero traslocati al San Martino ed il "vetusto" edificio venne diviso fra l'Università ed alcuni uffici comunali.
Ci pensò poi la guerra a fare piazza pulita dell'edificio e del quartiere.