Alla Spezia il PCI comincia a riorganizzarsi dopo il 25 luglio 1943, col ritorno di numerosi prigionieri politici dal confino o dalle carceri. Il partito consolida il proprio programma politico e l’organizzazione sindacale nelle fabbriche. Di sicuro il PCI è l’unica forza politica antifascista che dispone di una struttura definita anche dal punto di vista organizzativo.
E’ Mario Ragozzini a dirigere e seguire l’organizzazione sindacale nelle fabbriche, mentre Anelito Barontini (Rolando), ispettore delle Brigate Garibaldi, è nominato segretario della Federazione spezzina alla fine del gennaio ’44.
Dopo Barontini è Giuseppe Poggi a guidare la Federazione e, dopo la sua uccisione, il suo ruolo è ricoperto da Antonio Borgatti (Silvio) che dalla fine del luglio ’44 rappresenta il PCI anche in seno al C.L.N.P. spezzino.
A guidare la lotta nelle fabbriche è il Comitato Federale clandestino, strutturato in Comitati di fabbrica. E, strumento primo per la propaganda, è la stampa clandestina che ha il suo fulcro nella tipografia diretta da Tommaso Lupi alla Rocchetta di Lerici, funzionante a pieno regime fino all’agosto del ’44.
A partire dal mese di ottobre 1943 il Partito Comunista crea il Fronte della Gioventù e i Gruppi di Difesa della Donna. Il primo è formato da giovani antifascisti, operai e studenti che si adoperano per tenere i collegamenti tra la città e i villaggi, diffondendo stampa clandestina di propaganda.
I secondi sono formati dal gruppo comunista delle ragazze che fanno da staffetta per il trasporto di informazioni, raccolgono denaro, vestiario e viveri per i partigiani.