Sergio nasce a Genova, nel quartiere Sampierdarena (allora cittadina industriale da pochi mesi inglobata al capoluogo) da Leandro e Ida Dellepiane. Il 1° settembre '44, a soli sedici anni, già orfano di madre, entra a far parte dei Combattenti per la Libertà della Brigata Arzani, Divisione Pinan Cichero, VI Zona Operativa Ligure, scegliendo come nome di battaglia “Negro”. Il giovane si trova a Castello, frazione di Fabbrica Curone, quando con il partigiano Mario De Antoni, operante nella stessa brigata, per sfuggire a un rastrellamento nazifascista si nasconde in una cantina del paese. Il rifugio è ben protetto e difficile da individuare, vi si accede solo da una botola accuratamente coperta da una madia e sul pavimento intorno c'è uno spesso strato di granoturco. Tuttavia, un simpatizzante fascista di passaggio nella valle viene a sapere che alcuni partigiani hanno trovato riparo presso le abitazioni e confida tutto ai tedeschi. Iniziano le ricerche, i residenti di Castello vengono interrogati. Il nascondiglio viene individuato. La richiesta dei tedeschi è perentoria: «O si fanno avanti i partigiani o tutti quanti saranno fucilati». Senza esitare, per salvare i civili dalla rappresaglia nazifascista, i combattenti della libertà si consegnano. Sergio e Mario sono immediatamente fucilati e i loro corpi gettati all'ingresso della frazione, in un fosso sul retro della cappelletta locale, dove rimarranno senza sepoltura fino a quando i nazifascisti lasceranno il territorio. Poi avrà una tomba nel vicino cimitero di Casalnoceto e nel 1955 sarà traslato al Sacrario dei Caduti partigiani nel cimitero di Genova-Sampierdarena. Su un documento dell'epoca, un anonimo scrisse “Come si fa a uccidere un ragazzo così?”.