Immigrato a Genova con la famiglia, forma la propria cultura antifascista nel quartiere operaio di Rivarolo e, nel 1932, si iscrive al Pci svolgendo un’intensa attività cospirativa. Nel 1942 è arrestato e deferito al Tribunale speciale ed è liberato alla caduta del fascismo. Subito dopo l’8 settembre inizia la lotta clandestina, organizzando i primi nuclei del Fronte della gioventù. Agli inizi di maggio viene inviato a Savona dal comitato comunista clandestino per riorganizzare le forze antifasciste in quel settore duramente provato da arresti e fucilazioni. Successivamente ricopre numerosi incarichi, spostandosi nelle varie province liguri e tenendo i contatti con le formazioni garibaldine di montagna. Nel marzo 1945 il Comando regionale ligure, del quale è entrato a far parte in sostituzione di Carlo Farini (Manes o Simon), lo invia in I Zona per ristabilire i collegamenti col Comando Piazza di Oneglia e con il Comando Zona in montagna. Assume il ruolo di ispettore presso la I Zona e si stabilisce presso la divisione Bonfante, partecipando alla liberazione di Oneglia. A Imperia, nei giorni che seguono la Liberazione, è impegnato in un’intensa attività politica. Nel dopoguerra ricopre numerosi incarichi tra i quali quello di presidente dell’Anppia.