Data di nascita : 16/02/1878
Data di morte: 19/06/1944
Parodi nasce in una famiglia borghese, frequenta l'Accademia militare di Modena dalla quale si congeda come sottotenente di fanteria. Viene richiamato con il grado di tenente a partecipare alla prima guerra mondiale. Nel 1917 entra nel corpo degli Arditi e nel 1918, col grado di maggiore, assume il comando del 2º battaglione del 35º Reggimento della 16ª Divisione fanteria "Pistoia" fino al termine della guerra. In questa occasione viene decorato con la medaglia di bronzo al valor militare. Nel 1919 è inviato nella Libia italiana per reprimere i ribelli al comando del XIII Reparto d'Assalto, venendo decorato una seconda volta con la medaglia di bronzo al valor militare.
Subito dopo il primo conflitto aderisce al Fascismo e dirige le Squadre d'Azione genovesi dal 1920 al 1922, partecipando poi come console delle Camicie Nere alla marcia su Roma. Comanda poi l'assalto degli squadristi alla Prefettura di Genova, difesa da cordoni di marinai e guardie regie. Diviene quindi componente del Direttorio federale del Partito Nazionale Fascista di Genova ed è nominato Podestà di Savignone, il suo paese natale, carica che mantiene per 12 anni. Dal 1926 diviene presidente dell'orfanotrofio di San Giovanni Battista, tra le più antiche istituzioni benefiche di Genova, che svecchia e rivitalizza provvedendo quando necessario a finanziarlo coi propri mezzi economici. Durante quegli anni realizza le colonie estive di Crocefieschi e Savignone e dopo la guerra d'Etiopia organizza anche dei corsi di lingua araba.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, nell'ambito della quale è nominato commissario prefettizio al comune di Genova (16 febbraio 1944). Sotto il suo mandato viene portata avanti l'opera di sostituzione (iniziata dal podestà Aldo Gardini) dei nomi presenti nella toponomastica cittadina relativi a membri della Casa Savoia, sostituzioni in parte mantenute anche dopo la fine della guerra.
Nella primavera del 1944 la situazione a Genova nel suo entroterra è estremamente tesa, anche per via della serie di scioperi in chiave antifascista protrattisi fin dai primi mesi del 1943 e che provocano le dure prese di posizione del prefetto Carlo Emanuele Basile. In risposta agli scioperi e alle azioni effettuate dai partigiani seguono le azioni di controguerriglia e le rappresaglie; tra le principali la strage della Benedicta (06-11/04/1944) e la successiva strage del Turchino (19/05/1944). Nel giugno del 1944 la situazione alimentare di Genova (sottoposta ai bombardamenti alleati miranti ad interrompere le vie di comunicazione) è drammatica, tanto da richiedere il razionamento giornaliero di pane ridotto a soli 150 grammi.
Il 15 giugno 1944 Parodi subisce il primo attentato da parte di alcuni gappisti appostati su un lato lato di Via Garibaldi, nel centro di Genova. Il tentativo va a vuoto ed il generale viene solo ferito; rifiuta inoltre la scorta armata. Uno degli attentatori, il partigiano Balilla Grillotti (Daniele), catturato e portato in Questura, rivela al commissario Giusto Veneziani che l'attentato è fallito perché l'arma del gappista Angelo Scala (Battista) si è inceppata.
Il 19/06/1944 Parodi viene infine ucciso sulla soglia della casa della sorella a Savignone in un nuovo agguato dei GAP: essi appartengono alla banda di Franco Anselmi (Marco), come dimostrano alcuni documenti depositati presso l'Archivio dell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea (fondo CLN Savignone) e le memorie lasciate dai partigiani di quella banda (si veda, a tal proposito, Merlo D., "Memoria partigiana", a cura di Antonello Brunetti, pp. 40/43). Poche ore dopo l'omicidio, si radunano diversi squadristi decisi ad effettuare una rappresaglia. Tuttavia la sorella di Parodi, Clelia, impedisce che venga dato seguito alla vendetta difendendo la popolazione di Savignone estranea all'attentato, e comunica le parole che Silvio Parodi le avrebbe confidato: "Quando mi uccideranno non voglio che si effettui alcuna rappresaglia".
Quattro partigiani arrestati già nel mese di luglio, Goffredo Villa, Aleandro Longhi (Bianchi), Giacinto Rizzolio (Gino) e Mario Cassurino (Saetta), considerati responsabili di altre uccisioni, e Balilla Grillotti giudicato l'uccisore materiale di Parodi, vengono condannati a morte nella notte tra il 28 e il 29/07/1944 e fucilati poche ore dopo alle prime luci dell'alba nel forte genovese di San Giuliano dalla Guardia Nazionale Repubblicana Ferroviaria. In suo onore la 31° Brigata Nera, con sede a Genova, è denominata Brigata "Generale Silvio Parodi".