Paroldo, Cesare (Trebbia)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 23/05/1905

  • Biografia

    Maggiore di fanteria in servizio permanente effettivo, combatte in Albania e sul fronte russo.
    Dopo l’8 settembre 1943, catturato dai tedeschi, accetta l’arruolamento nell’esercito della Rsi.
    Nel maggio 1944 si trova in Germania per un periodo di addestramento nel campo di Munsingen (Baden), dove si costituisce la Divisione Alpina Monterosa. Rientrato in Italia a luglio, dal comando divisionale riceve l’incarico di organizzare il battaglione denominato Vestone, costituitosi il 15 agosto 1944 a Borgonovo di Chiavari (GE) con il compito di fiancheggiare le truppe nelle azioni di rastrellamento. Durante il grande rastrellamento di fine agosto opera al comando del Vestone nelle valli Trebbia e Aveto.
    Trasferitosi con il suo reparto nella zona di Torriglia (GE), insieme al suo aiutante maggiore tenente Oscar Ebner, a ottobre si incontra con i comandanti partigiani Aldo Gastaldi (Bisagno) e Giovanni Battista Canepa (Marzo), con i quali si accorda per il passaggio del suo battaglione
    nelle fila dei partigiani. Il 4 novembre Paroldo, con circa centoventi uomini del suo battaglione, armi e munizioni comprese, si unisce alla Divisione Cichero: gli ex alpini vengono suddivisi tra le formazioni Giustizia e Libertà, operanti nella zona di Bobbio, e le Brigate Oreste e Jori della Cichero, mentre altri soldati sono lasciati liberi di tornare a casa. Paroldo mette a frutto le sue conoscenze militari come consulente del comando divisionale e organizza a Ponte Organasco (PC) un distaccamento partigiano inquadrato nella brigata Jori, denominato appunto Vestone. Nel dopoguerra, in qualità di ex maggiore della Divisione Monterosa, subisce un processo per collaborazionismo celebrato presso la Corte d’assise di Chiavari, in cui gli viene contestata la responsabilità per le fucilazioni di alcuni disertori unitisi ai partigiani e di civili, oltre che per ripetuti maltrattamenti e rastrellamenti accompagnati da saccheggi e incendi. Con sentenza del 18 dicembre 1946 Paroldo verrà assolto, con la motivazione di “essersi distinto con atti di valore nella lotta contro i tedeschi”.

    Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.324-325