Partito d'Azione di La Spezia

  • Storia

    Dopo il 25 luglio 1943 alla Spezia, sulla scorta di quanto accade a Roma e di quanto succede in altre città del Paese, il 28 luglio, si forma un Comitato delle correnti antifasciste che tiene riunioni nella casa del prof. Morelli e chiede al prefetto la rimozione dalle cariche pubbliche dei gerarchi fascisti.

    A tale proposito va ricordato che il nucleo antifascista più organizzato, in quanto caratterizzato da una lunga militanza clandestina anche nel corso del Ventennio, risulta essere in questo momento quello comunista. Altro gruppo piuttosto dinamico è quello azionista: gli azionisti, nati a livello nazionale solo nel 1942, vedono alla Spezia un nucleo in formazione che, dopo il 25 luglio, stabilisce un rapporto con il Partito d’Azione nazionale, cui aderisce anche formalmente.
    Il Partito d’Azione spezzino, che pure ha cominciato fattivamente a muoversi sul piano organizzativo, entra, a differenza del comportamento tenuto a livello regionale, nel CLN provinciale molto più tardi. L’entrata tardiva nel CLN provinciale del Partito di Azione viene spiegata dall’azionista Cesare Godano soprattutto per la diffidenza degli altri Partiti verso un gruppo ritenuto non incline a rispettare rigorosamente le regole della sicurezza nella clandestinità, ma anche per la diffidenza nei confronti dell’ attivismo azionista; in modo diverso vede la questione Giulivo Ricci, il quale mette in luce la caratteristica patriottica antifascista e antitedesca del Partito d’Azione, volto all’organizzazione della lotta subito più che all’organizzazione e mediazione politica. Sempre Ricci fa riferimento ad una testimonianza di C. Godano in cui quest’ultimo parla dei legami fra PdA spezzino e anarchici locali, cosa che poteva suscitare sospetti nelle altre componenti del CLN provinciale.
    Le riunioni del CLN provinciale si tengono alla Spezia in un appartamento dell’attuale via don Minzoni (allora via Principe Amedeo), ma anche presso la Banca Naef. 
    Il colonnello Giulio Bottari “zio Cesarino” ma anche “Rocca”, già appartenente al SIM (Servizio Informazioni Militari dell’Esercito italiano), munito di documenti debitamente falsificati, ed egli stesso sotto le false spoglie di apicultore, ha il compito di muoversi con il delicato incarico di contattare il gruppo resistente in formazione a Torpiana di Zignago, gruppo ispirato al Partito d’Azione e dal quale nascerà prima la Brigata d’Assalto Lunigiana, poi la Colonna Giustizia e Libertà.
    Fra gennaio e febbraio 1944 entra nel CLN provinciale, per il Partito d’Azione, Mario Da Pozzo, che mantiene i contatti con Genova, ma solo a maggio c’è la sua nomina formale.
    In dicembre 1944 il C.L.N. provinciale “di montagna” può completarsi con Giulio Bertonelli “Balbi” o “Bianchi” per il Partito d’Azione, già membro del Comitato Militare del CLN ligure.
    Al momento della Liberazione il C.L.N. provinciale è formato dal dott. Pietro Beghi (Segretario), Giovanni Bissi per il Partito Socialista, Arpino Ongaro e Adalberto Pizzirani per il Partito Comunista, avv. Paolo Giuseppe Borachia e avv. Ottorino Marcellini per la Democrazia Cristiana, dott. Carlo Naef e dott. Ruggero Gambini per il PLI, prof. Rino Visconti e Mario Foce per il Partito d’Azione.

    http://www.isrlaspezia.it/strumenti/lessico-della-resistenza/c-l-n-la-spezia/