Data di nascita : 21/05/1905
Giovanissimo è attivo nella lotta antifascista prima nel Partito socialista, poi nel Partito comunista. Trasferitosi a Lavagna nel 1929, è impegnato nella propria officina di lavorazione metalli, dove stampa l’Unità clandestina. Per la sua attività politica è arrestato nel 1939, ma viene assolto dal Tribunale speciale. Dopo l’8 settembre dirige l’organizzazione clandestina a Lavagna e, nel mese di novembre, raggiunge i partigiani della banda di Cichero. Più tardi è commissario politico del distaccamento La Scintilla, attestatosi sul monte Antola. Nel mese di marzo, quando avviene una prima riorganizzazione del gruppo di Cichero, Pascolini assume il ruolo di commissario del battaglione Torre. Successivamente è nominato commissario della 3a brigata Jori, comandata da Stefano Malatesta (Croce), operante nella zona Antola-Lavagnola-alta val Trebbia. Il 26 agosto è tra i protagonisti dell’azione di Allegrezze dove una colonna della divisione alpina Monterosa viene attaccata e subisce morti, feriti e prigionieri. Passa alla 58a brigata di Aurelio Ferrando (Scrivia), come commissario politico e, dopo la battaglia di Garbagna, è tra i fautori della costituzione della divisione Pinan-Cichero, nella quale gli viene affidato il ruolo di commissario. In tale veste, nei giorni della Liberazione, partecipa alle trattative per la resa di alcuni presidi germanici nelle zone ormai controllate dalla Pinan-Cichero.
Nel Fondo "Giannecchini-Toscano", busta 3, fascicolo n.8 conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea - ILSREC - di Genova, è reperibile copia statica di un rapporto sd redatto presumibilmente da Giusto Veneziani, capo dell'ufficio politico della Questura di Genova, al termine della sua laboriosa indagine sui partigiani genovesi e contenente nominativi e sintesi dell’operato di numerosi "ribelli" tra cui il Pascolini. in esso egli viene così descritto:
"Trattasi di un vecchio comunista denunziato con altri nel 1939 al T.S. per appartenenza al Partito comunista e successivamente assolto per insufficienza di prove. Si ignora quali compiti specifici abbia avuto nel partito. E' stato comunque più volte visto dal Paveto (partigiano Paveto Carlo) confabulare con lo Jori (Germano Jori, "Renato") e col "Paolo" (?) il che fa presumere che abbia incarichi direttivi di partito nella zona di Chiavari, essendo egli residente in Lavagna".