Laureatasi nel 1965 presso l’Università di Torino con una tesi sul concetto di crisi storica, Luisa Passerini ha insegnato Storia contemporanea all'Università di Torino e Storia del Ventesimo Secolo all’Istituto Universitario Europeo di Firenze, dove è attualmente Emerita al Dipartimento di Storia e Civiltà. È stata Visiting Professor in molte università, tra cui: New York University, New School for Social Research, e Columbia University, New York; University of California, Berkeley; e nelle università di Perth e Sydney, Australia. È stata membro residente di istituti di ricerca superiori quali la Maison des Sciences de l’Homme di Parigi, il Wissenschaftskolleg di Berlino e il Kulturwissenschaftliches Institut di Essen. Ha ricevuto il “XXXIV Premio Internazionale Le Muse: Clio”, per la categoria Storia (Firenze 1999); il Premio di Ricerca del Land Nordrhein-Westphalen 2002-4; e il Premio Madame de Staël per i Valori Culturali conferito da All European Academies - ALLEA (Bruxelles 2014).
L’itinerario di ricerca di Luisa Passerini ha seguito alcuni temi principali che collegano campi diversi.
In un primo periodo, ha studiato la storia dei soggetti del cambiamento sociale e culturale, dai movimenti di liberazione africani ai movimenti dei lavoratori, degli studenti e delle donne nel Novecento. In queste ricerche, ha usato la memoria nelle sue forme orali, scritte e visive, operandone una critica che le ha permesso di costruire una storia della soggettività. Questo approccio ha gettato nuova luce su una storia del fascismo che include le categorie di genere e generazione (Torino operaia e fascismo, 1984; Mussolini immaginario, 1991). Nel campo della metodologia della ricerca ha scritto sui rapporti tra la storiografia, l’antropologia, il folklore, la psicologia e le letterature comparate (Storia e soggettività, 1988), prestando particolare attenzione ai nessi tra fonti, oggetti e metodi, e al legame tra diverse temporalità (Memoria e utopia. Il primato dell’intersoggettività, 2003). Ha coniugato lo studio della memoria con la prospettiva di genere (Storie di donne e femministe, 1991). Ha sperimentato nuove forme espressive contaminando saggistica e narrativa (Autoritratto di gruppo, 1988, edizione riveduta 2008; La fontana della giovinezza, 1999).
In un periodo successivo, ha esplorato il concetto di identità culturale europea con particolare riferimento al retaggio mitico e simbolico dell’Europa (Il mito d’Europa, 2002; Sogno di Europa, 2009), aprendo un filone di ricerca critica sulle relazioni storiche tra l’europeità e l’amore cortese e romantico (L’Europa e l’amore, 1999; Storie d’amore e d’Europa, 2008).
Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca internazionali. Dal 2013 al 2018 è stata coordinatrice del progetto Bodies Across Borders: Oral and Visual Memory in Europe and Beyond - BABE (https://babe.eui.eu/), promosso dal Consiglio Europeo della Ricerca e basato presso il Dipartimento di Storia e Civiltà dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze. Tale ricerca, che ha ampliato la raccolta e lo studio della memoria orale a quella visuale, si è incentrata sugli itinerari di mobilità verso e attraverso l’Europa. Il progetto ha condotto a numerose pubblicazioni, tra cui Conversations on Visual Memory (http://hdl.handle.net/1814/60164 2018), tre mostre, due documentari e un’ampia documentazione visiva.
I suoi libri e saggi sono stati tradotti in ceco, francese, greco, inglese, polacco, portoghese, spagnolo, tedesco, ungherese. .
Fa parte del Comitato Accademico della Casa della Storia Europea (Bruxelles) e del Comitato di Indirizzo di Biennale Democrazia (Torino).