Bisogna attendere il 1949, esattamente il luglio, per una nuova rivista, questa volta, però, a circolazione interna: è il Bollettino del Comitato Nazionale. Il clima nel Paese è cambiato rispetto ai giorni della Liberazione, della Repubblica e della Costituente. Scrive Arrigo Boldrini nell’ottobre: “Difendere la Resistenza vuol significare oggi che tutti gli italiani devono esigere la cessazione delle persecuzioni contro i partigiani”.
Quando, nel marzo del 1952, nasce Patria Indipendente, Mario Scelba è ancora ministro dell’Interno. Fu lui a coniare il termine spregiativo culturame parlando il 6 giugno 1949 a Venezia. Fin dalle origini Patria Indipendente ospita firme fondamentali della cultura italiana: da Alberto Moravia a Carlo Levi a Carlo Lizzani.
Il 16 marzo, nel secondo numero, Leonida Repaci ragiona sul significato delle due parole della testata: «…Col preciso intento di rivolgersi a quelle forze della Resistenza e del combattentismo in cui si riconosce il meglio del patriottismo italiano; con la speranza di attrarre a sé tutti coloro che amano la libertà del nostro Paese e la difesa di quel patrimonio che gli eroi morti per la Patria ci hanno lasciato in eredità; con questi obiettivi vede oggi la luce un nuovo giornale che ha la “Patria indipendente” per testata e si qualifica “organo della Resistenza e degli ex combattenti”. Un giornale che nasce è una battaglia in difesa di un’idea. La bandiera di “Patria indipendente” è la bandiera della Resistenza, la bandiera dell’Italia sovrana e libera; e basta questa coincidenza perché risulti chiara la rispondenza del giornale ad un’imperiosa esigenza dell’ora. Il giornale è naturalmente povero giacché non ha a sostenerlo che il religioso bisogno di conservare alla Patria il suo territorio materiale e quello ideologico, il suo amore per la pace, il suo attaccamento agli ideali democratici.
In “Patria indipendente” troveranno la loro confluenza superando i limiti e i contrasti delle ideologie tutti coloro che vogliono servire l’Italia, tutti coloro che riconoscono nella Resistenza la gloria del Secondo Risorgimento della Patria…».
Si sussegue da allora un florilegio di grandi firme della società della politica e della cultura italiana: Elio Filippo Accrocca, Piero Calamandrei, Piero Caleffi, Italo Calvino, Enrico Mattei, Carlo Salinari, Umberto Terracini, Leo Valiani, Giuliano Vassalli, Piero Jahier, Vasco Pratolini, Carlo Lizzani, Leonetto Amadei, Achille Battaglia, Umberto Calosso, Ideale Cannella, Ada Gobetti, Riccardo Lombardi, Domenico Riccardo Peretti-Griva, Bruna Sibille-Sizia, Renata Viganò, Ruggero Zangrandi, solo per fare alcuni nomi.
Sono gli intellettuali – il culturame di cui aveva parlato Mario Scelba – che scendono in campo a difesa dei partigiani, della Costituzione e dei valori di libertà e democrazia.
Patria Indipendente c’è sempre in queste battaglie, a sostegno delle battaglie ideali e politiche dell’Anpi e dei suoi dirigenti con in testa la Medaglia d’Oro Arrigo Boldrini, il mitico comandante “Bulow”.
Dal 1998 la cadenza del giornale diviene mensile.
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