Soldato della divisione Cosseria di stanza ad Oneglia (IM), all’8 settembre 1943 si rifiuta di seguire il resto della formazione diretta a Nava, ove si sarebbe dispersa dopo uno scontro coi tedeschi. Rifugiatosi a Sant’Agata entra in contatto con esponenti della Resistenza, iniziando a
svolgere attività clandestina. Nel marzo 1944 si unisce alla banda Cascione entrando a far parte del distaccamento comandato da Rinaldo Risso (Tito) con il quale, ad aprile nella zona di Ranzo, partecipa ad un attacco contro un presidio tedesco. Alla costituzione della divisione Cascione diviene vicecomandante della 4° brigata Guarrini guidata da Carlo Montagna (Milan) e dislocata a Glori Superiore: con questa formazione partecipa allo scontro di Monte Grande. Ai primi di novembre, nel corso dell’attacco sferrato dai nazifascisti alla sua brigata rimasta isolata dal resto delle altre formazioni garibaldine ritiratesi in Piemonte per sottrarsi al rastrellamento, prende parte ai combattimenti fra Carpasio, Borgomaro e Conio. Per il valore dimostrato, il comandante della I e II Zona Carlo Farini (Manes, Simon) gli tributa un encomio solenne. A gennaio 1945 un nuovo rastrellamento investe il settore d’operazione della brigata Guarrini: sorpreso il 17, con altri effettivi del distaccamento Berio, in un casone nei pressi di Tavole di Prelà da un’incursione dei Cacciatori degli Appennini, Perrone viene ucciso insieme a Montagna.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.332