Piana, Mario, (Salita)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 1925

    Data di morte: 13/04/1945

  • Pseudonimo, nome assunto

    Salita

  • Biografia

    Entra nelle file partigiane all’inizio dell’estate 1944, inquadrato nel distaccamento Peter della 3a brigata garibaldina Liguria. Nel mese di agosto, con l’istituzione della 3° Divisione Garibaldi "Cichero", è assegnato alla 57a brigata (poi Berto), distaccamento "Mario", di stanza nel paese di Cichero (GE). E’ tra i più attivi partigiani della brigata ed autore di numerosi colpi di mano ai danni degli alpini della Divisione Rsi "Monterosa". Nel febbraio 1945, recatosi a chiamare un medico per soccorrere un compagno ferito, viene circondato da un gruppo di alpini: all’intimazione di resa risponde a colpi di Sten, colpendo due nemici, ma rimanendo ferito a sua volta; il colpo di grazia che gli viene inferto però non lo uccide. Più tardi è ritrovato dai compagni che lo trasportano a Cichero dove è affidato alle cure di alcune famiglie del posto. Verso la metà del mese di marzo un’incursione effettuata da una compagnia della Monterosa porta alla cattura di alcuni partigiani di Cichero, compreso Piana ancora gravemente ferito. Viene rinchiuso nel carcere di Chiavari (GE).
    Assieme ad altri sei compagni, il 18/03/1945 viene prelevato e condotto nella frazione di Santa Margherita di Fossa Lupara (GE) per essere fucilato.
    La rappresaglia è scattata a seguito dell'uccisione del tenente della Xa Mas Roberto Gandolfo da parte di Pietro Sechi (Succo) e di suoi tre compagni della Divisione Garibaldi "Coduri". Il plotone d'esecuzione fa fuoco ed i cinque condannati muoiono subito ma "Salita", gettatosi in terra al momento dell'esplosione degli spari e coperto dai cadaveri degli altri, rimane illeso. Quando il comandante del plotone nota il fatto che sia ancora in vita gli spara in volto, colpendolo al naso, come colpo di grazia. Tuttavia l'uomo si salva nuovamente e rimane nascosto per ore sotto i compagni morti con un'intensa emorragia. Vagabondando in stato confusionale, viene raccolto qualche tempo dopo sulle pendici del Monte Zatta dalla squadra di partigiani della Brigata "Berto" comandati da "Riccio" che, essendo stata informata delle intenzioni dei fascisti, si era portata in zona nel tentativo di sventare l’esecuzione ma era giunta troppo tardi. Viene trasportato all’ospedale partigiano di Santo Stefano d’Aveto (GE) e, nonostante le assidue cure, muore un mese dopo per sopraggiunta emorragia. Prima di morire rivela tutte le nefandezze dei fascisti durante l’episodio della fucilazione, della de­tenzione e del processo, nonchè le terribili violenze perpetrate da Francesco Minasso "Padre Illuminato", feroce cappellano delle carceri chiavaresi e fanatico fascista riuscito a sfuggire alla giustizia e rifugiatosi in Sudamerica.
    A Mario Piana è stata conferita la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.