Laureato in legge e militante socialista, l’8 settembre 1943 rifiuta, come militare in servizio, di arrendersi ai tedeschi ed aderisce alla Resistenza a Genova. Entra a far parte del Comitato militare regionale ligure, subentrando, come rappresentante del Partito socialista, a Dante Bruzzone (Ciravegna). La sua abitazione di via Granello, in pieno centro cittadino, diviene uno dei luoghi di riunione dei membri del Comitato militare, fra i quali figurano Umberto Lazagna (Canevari), Francesco Manzitti (Marchetti) ed Eros Lanfranco (Lanata). Dopo l’ondata di arresti che a partire dai primi giorni del marzo 1944 colpisce i membri del Cln e del Comitato militare della Liguria, Picco, per sfuggire alla cattura, è costretto ad abbandonare il suo incarico, affidato a Renato Martorelli, e a lasciare temporaneamente Genova.
A fine luglio viene designato dal partito quale membro del primo Comando unificato regionale ligure, nel quale ricopre la funzione, insieme a Giovanni Trombetta (Tomasi) del Pda e al liberale Ferdinando Croce (Alfieri, Jack), di responsabile dell’Ufficio organizzazione diretto dal comunista Giovanni Gilardi (Andrea).
A fine luglio subentra nel Comitato militare a Martorelli, arrestato nelle Langhe e in seguito ucciso dai nazifascisti. Nuovamente ricercato dalla polizia, in ottobre Picco viene sostituto dal colonnello Alfredo Amoroso (Giacomo).
Divenuto vicecommissario presso il Comando VI Zona, manterrà tale incarico sino alla Liberazione.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.338