Entra nel movimento di Resistenza nel febbraio 1944 ed è uno dei primi corrieri partigiani della III Zona. Dopo il rastrellamento della Benedicta è attivo nel recupero del materiale abbandonato dai partigiani della 3a brigata Liguria e della brigata autonoma Alessandria, e nel riallacciare i contatti con i pochi superstiti. In una sua testimonianza, conservata all’Ilsrec, sono ben evidenziate le difficoltà di coloro che si erano assunti il compito di ricostruire le formazioni sfasciatesi, con un’opera svolta fra i pericoli che ancora incombevano sul territorio. Provvede, inoltre, a nome del movimento partigiano, a distribuire somme di denaro ad alcuni proprietari di cascine danneggiate o distrutte durante il rastrellamento. Assolto il compito di aiuto ai superstiti, di impegno propagandistico presso i contadini e sostegno morale e materiale alle popolazioni, che ancora vivono sotto l’incubo della rappresaglia, rientra nelle fila della brigata Olivieri, divisione Mingo, svolgendo anche un’intensa attività di raccordo con i Gap a fondovalle.