Ponzoni, Mario, (Mario)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 12/06/1926

    Data di morte: 11/01/1945

  • Pseudonimo, nome assunto

    Mario

  • Biografia

    Partigiano dal 14/06/1944 della 3° Brigata Bacigalupo, 6° Divisione Garibaldi Bonfante, I zona operativa della Liguria.
    Dopo il 08/09/1943 i tedeschi insediarono un forte presidio a Pieve di Teco (IM), avendo capito l'importanza strategica del luogo collegato col Piemonte a nord, con l'albenganese a levante e con la Francia a ponente. Anche la Resistenza era tuttavia concentrata in questo nodo strategico e doveva ostacolare il più possibile i traffici e l'attività bellica del nemico. Nei primi giorni del luglio 1944 avevano iniziato ad operare nella zona in modo consistente i partigiani della 1° Brigata "S. Belgrano" e quelli della 2° Divisione d'Assalto Garibaldi "F. Cascione"; a causa dell'allontanamento tedesco dalla zona per far fronte ad una probabile avanzata alleata verso levante dopo il loro sbarco in Provena, i partigiani riescono a diffondere il controllo su Pieve di Teco. Mario Ponzoni era un 18enne del paese nato il 26/06/1926, impiegato all'anagrafe del Comune e forte simpatizzante dei partigiani. Nell'autunno del 1944 i tedeschi, che facevano parte del 2° battaglione dell'80° Grenadier Regiment, 34° Infanterie Division comandata da Theodor o Theo-Helmut Lieb, tornarono nel presidio di Pieve di Teco e procedettero a durissimi rastrellamenti e fucilazioni per recuperare il terreno perduto. Venne arrestato anche Mario Ponzoni poichè ritenuto colpevole di aver rilasciato al capo partigiano Lionello Menini (Menini) quei documenti falsi rinvenuti nel suo zaino, dunque come loro collaboratore. Venne diffuso un volantino con pesanti minacce alla popolazione di Pieve, ritenuta interamente complice dei partigiani, anche a causa di alcuni sabotamenti alla linea telefonica tedesca. Il processo a Ponzoni avvenne il 11/01/1945 e ne decretò la condanna a morte tramite fucilazione presso la riva del torrente Arroscia. I compagni, tra cui due ragazze, tentarono invano di salvarlo in ogni modo ma vennero arrestate, deportate e imprigionate nelle carceri di Cuneo fino alla Liberazione. Il tribunale che condannò il giovane era così composto: presidente l'ufficiale Dexheimer comandante della Zona, ufficiali Menje e Georg Josef Baumann sono il primo e secondo assessore, il pubblico accusatore è l'ufficiale delle SS Ervith Groth che è il princiaple responsabile della scelta di fucilare il ragazzo; di supporto al tribunale sono gli ufficiali Koger, Fischer, Ernst Jorke, Stanitski, Willi Kulavichm Joergens, Klingelmann e Hubert Schoemer. Al processo è pure presente il sottotenente italiano Rosa, del gruppo "Cacciatori degli Appennini".

    Fonte: Un breve testo redatto dall'autore Biga Francesco e dedicato alla memoria di tali fatti è reperibile nel Fondo Cln Imperia, busta I 112, fascicolo "Prelà" conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, Ilsrec, di Genova.

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