Salito in montagna con i partigiani del gruppo di Cichero, partecipa alle prime azioni guidate da Aldo Gastaldi (Bisagno) e, alla fine del giugno 1944, è comandante del distaccamento Forca. Durante il rastrellamento di agosto in VI Zona è protagonista dell’azione di Allegrezze, dove comanda il proprio distaccamento e un gruppo di volontari in un’operazione di guerriglia da manuale che vede i partigiani infliggere gravi perdite agli alpini della Monterosa. L’11 febbraio 1945, dopo aver condotto al sicuro Bisagno seriamente feritosi ad una gamba cadendo in un burrone, Dedo viene intercettato dal nemico nel corso di una marcia, compiuta con alcuni effettivi, per raggiungere in valle Aveto il grosso del proprio distaccamento: ferito ad una mano, viene catturato con altri sette compagni e sottoposto ad un sanguinoso pestaggio. Condotto nella caserma di Carasco è interrogato da Vito Spiotta, che non esita ad usare le maniere forti per estorcergli informazioni su Bisagno, Giovanni Battista Canepa (Marzo) e sull’organizzazione di Cichero. Rastrelli resiste alle torture e non rivela alcunché. Rinchiuso nel carcere di Chiavari con altri partigiani, Dedo riesce a evadere in maniera rocambolesca durante un allarme aereo e a raggiungere, insieme ad alcuni suoi compagni, la propria formazione. Presso la 57° brigata Berto riprende il comando del distaccamento, con il quale farà il proprio ingresso in Genova liberata.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.388