Militante del Partito comunista, nell'ottobre 1943 sale in montagna divenendo uno degli organizzatori delle bande partigiane nella zona dell'Appennino ligure-alessandrino compresa fra le valli Scrivia e Stura. Nel gennaio 1944 viene inquadrato come commissario politico nel 3° distaccamento della 3a brigata Liguria, dislocato sul monte Poggio fra Praglia e Masone e comandato dal partigiano jugoslavo Mitta, conosciuto solo col nome di battaglia. Nell'aprile 1944 si trova coinvolto nel rastrellamento della Benedicta, in seguito al quale la sua brigata si disperde. Dopo aver effettuato alcune missioni per conto del Pci presso i Gap di Firenze, raggiunge il pavese per assumere l'incarico di commissario politico del distaccamento comandato da Eliseo Cavecchia (Tullio), inquadrato nella formazione autonoma di Franco Ansemi (Marco), e successivamente del battaglione Casalini. A giugno Rivara passa con il Casalini alle dipendenze della 3a brigata Garibaldi Liguria e, il mese dopo, della divisione Cichero. A fine agosto, durante il rastrellamento in val Borbera, partecipa ai combattimenti che investono lo schieramento partigiano. Il 23 settembre, a Vigoponzo di Dernice, partecipa alla cattura di una trentina di militi della X Mas, della Gnr e dell'esercito, fintisi partigiani: uno stratagemma che costerà loro la fucilazione in località Erli, eccezion fatta per il maresciallo Josef Peters, del comando Ss di Genova, e per altri due militari, riusciti a fuggire. Nominato commissario politico della 58 abrigata Garibaldi, dal 23 settembre, con la riorganizzazione della VI Zona, Rivara passa alla 3a brigata Jori, dove rivestirà lo stesso incarico fino a marzo, quando passerà alla divisione Mingo in qualità di comandante del Sip divisionale. Medaglia d'argento al valor militare.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari, Genova, 2008