Fa parte del comitato di azione antifascista, costituitosi a Savona subito dopo il 25 luglio. Nel giugno 1944 è inviato dal Cln nello spezzino per sostituire gli antifascisti arrestati o costretti a salire in montagna per sfuggire alle persecuzioni. Gli viene affidato il compito di prendere contatto con i comandi delle formazioni partigiane per l’attuazione del piano di inquadramento delle brigate. Dopo il rastrellamento d’agosto in IV Zona è inviato in montagna, insieme a Pietro Beghi (Mario), per rafforzare l’opera dei quadri superiori nel recupero degli sbandati e, in particolare, nella riorganizzazione delle formazioni e della 1a divisione Liguria Picchiara. Il duro inverno che investe La Spezia vede la città in piene crisi alimentare e occupazionale, con la popolazione ridotta a 30 mila abitanti, mentre gli sfollati ammontano quasi a 90 mila. Questa situazione, unita all’intensificata attività di repressione di tedeschi e fascisti, si ripercuote negativamente anche sulle formazioni di montagna, ed è ben testimoniata dalle relazioni di Rosso che, quale membro del Comitato militare del Cln spezzino, è dislocato presso il Comando Zona dove opererà sino alla Liberazione.