Salvestri, Federico (Richetto)

    Data di esistenza

    Data di nascita : 16/04/1916

  • Biografia

    Brigadiere dei carabinieri in servizio nello spezzino, dopo l’8 settembre 1943 si dà alla macchia per non aderire alla Rsi ed è tra gli organizzatori della resistenza armata nella zona di Varese Ligure, diventando vicecomandante della brigata Centocroci. Il 20 luglio 1944, dopo una crisi interna, la Centocroci subisce una spaccatura in due nuclei: Salvestri assume il comando della brigata schierata su quattro compagnie in val di Taro e facente parte della 1° divisione Liguria. Nel mese di agosto la brigata Centocroci affronta sul monte Scassella e sulle alture di Caranza l’attacco di una colonna di alpini della Monterosa: l’abilità tattica di Richetto
    consente ai partigiani di bloccare l’offensiva nemica, causando numerose perdite al reparto
    alpino. Un’altra importante azione, condotta il 24 agosto tra i monti Focetto e Corlo, costringe
    gli alpini della Monterosa a ripiegare, rinunciando al preventivato accerchiamento delle forze partigiane. Nel mese di dicembre, con il definitivo assetto del Comando IV Zona, la Centocroci diventa 2° divisione Liguria al comando di Salvestri, da cui dipendono le brigate Varese e Zerasco.
    Nell'ambito del pesante rastrellamento invernale iniziato il 20 gennaio, la Centocroci subisce un duro attacco da parte dei mongoli della divisione Turkestan: durante un tentativo di sganciamento Richetto viene fatto prigioniero nella zona degli Squarci e portato a Borgotaro e poi a Bardi (PR). Durante il tragitto verso la prigione di Piacenza, presso il passo delle Sette sorelle, Richetto ed altri partigiani si gettano all’improvviso in una scarpata e riescono a fuggire tra i boschi del canalone sottostante.Quando egli rientra in formazione non accetta il
    nuovo inquadramento gerarchico che nel frattempo è stato definito dal Comando Zona e,
    insieme ad un certo numero di effettivi, decide di lasciare la formazione andando a costituire
    la brigata Vecchia Centocroci e abbandonando la zona per aderire al Comando unico parmense.

    Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.408-409