Dopo l’8 settembre 1943 svolge attività cospirativa ed entra nei Gap spezzini, impegnandosi nella raccolta e accantonamento di armi e facendo opera di proselitismo tra le giovani leve. Alla fine di maggio 1944 sale in montagna e, con un gruppo di altri antifascisti, raggiunge dopo una lunga marcia il comando della banda Beretta. Affronta un periodo di lotte e combattimenti culminati, il 10 luglio, in un rastrellamento che porta allo scioglimento della banda stessa. Assieme ad altri compagni, Falchetto raggiunge la banda di Primo Battistini (Tullio) che opera oltre il monte Gottero ad Adelano di Zeri (MS) e, successivamente, entra a far parte del battaglione Vanni. Durante il rastrellamento del gennaio 1945 che investe la IV Zona, Falchetto e i suoi compagni del Vanni braccati dai tedeschi sono protagonisti di una drammatica ritirata che, per due giorni di seguito, li vede percorrere sentieri innevati con rigide temperature attraverso Chiusola, il monte Gottero, Fontana Gilente e Zeri. Lo sganciamento termina il 25 gennaio, col loro rientro a Pieve di Zignago. Il distaccamento subisce pochi morti in combattimento, ma molti sono i casi di assideramento e congelamento oltre ai disturbi causati dalla fame e dalle privazioni. Nei giorni della Liberazione Sampietro con la sua brigata partecipa all’occupazione di alcuni paesi e al rastrellamento di soldati tedeschi dispersi nella provincia di La Spezia.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.409