Raimondo Saverino (Severino) è stato un partigiano attivo nel comando della 3° Divisione Garibaldi "Cichero", VI Zona Operativa Liguria.
Chiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale, il giovane combatte col 241° Reggimento Fanteria “Imperia”. Ferito in Grecia nel giugno del 1943 viene rimpatriato e, quando si ristabilisce, viene assegnato ad una compagnia del Reggimento, di stanza alla Caserma “Piave” di Genova. All’annuncio dell’armistizio si porta sulle alture di Genova, dove raggiunge i primi partigiani dell'embrionale Brigata "Cichero". Essa si sta costituendo sotto il comando di Giovanni Battista Canepa (“Marzo”) e, successivamente, diverrà la 3° Divisione Garibaldi guidata da Aldo Gastaldi (Bisagno).
Il ragazzo, assunto il nome di battaglia "Severino", si distingue da subito per il suo grande coraggio. Catturato una prima volta dai tedeschi durante un rastrellamento, riesce tuttavia a fuggire e tornare alla sua formazione. Il 21/05/1944 “Severino” cade nuovamente nelle mani dei nazisti sui monti della Rondanara in valle Aveto.
La sua è una tragica e violenta morte per mano delle Brigate Nere guidate dal vessatore Vito Spiotta. Torturato e invano interrogato affinchè riferisca informazioni sulla Resistenza locale, viene caricato su un camion e portato sulla piazza principale di Borzonasca (GE). Qui viene legato ad una sedia presa dalla chiesa (il monumento in suo onore lo ritrae così) ed i militi iniziano a sparargli dai piedi per poi proseguire sempre più su, fino a quando la sedia non si rovescia ed il giovane muore con il viso riverso nel suo stesso sangue. Il cadavere viene lasciato per tre giorni sulla piazza a scopo intimidatorio. Questo evento dà il via alle operazioni di Resistenza armata della Brigata "Cichero" al grido di “Sutt’a chi tucca“.
In sua memoria viene creata la Brigata Garibaldi Volante "Severino", che combatte valorosamente sino alla liberazione di Genova; la piazza di Borzonasca è stata dedicata a Raimondo Saverino assieme ad un rilievo in bronzo sulla facciata del Municipio, ed anche nella sua nativa Licata (AG) è stato realizzato un monumento alla memoria.