Scalarini, Giuseppe

    Data di esistenza

    Data di nascita : 29/01/1873

    Data di morte: 30/12/1948

  • Biografia

    Giuseppe Scalarini è stato tra i maggiori caricaturisti e disegnatori satirici italiani. Tra i primi creatori italiani della vignetta satirica politica, fondò i giornali "Merlin Cocai" e "La Terra" e dal 1911 collaborò al quotidiano del Partito Socialista Italiano, l'"Avanti!". Anticapitalista e antimilitarista, fu perseguitato dal fascismo.

    Il 1911 fu l'anno della guerra di Libia e il Partito socialista, nella sua maggioranza, prese una posizione nettamente contraria all'impresa. L'"Avanti!" fu in prima linea nella battaglia anti-colonialista e le vignette di Scalarini colpirono i personaggi simbolo di quella guerra. Egli ha lasciato alcune note che ne delineano i tratti caratteristici della «banda libica», della quale fanno parte «il capitalista, il militare, il fornitore, il nazionalista, il socialista di guerra (riformista), la dama della Croce Rossa, lo studentello, il prete di guerra». Denunciato, insieme con Mussolini e altri tre giornalisti dell'"Avanti !", per «vilipendio delle forze armate», Scalarini scrisse una lettera aperta al presidente del tribunale, dicendo di non capire perché lo chiamassero in Corte d'Assise: «Forse per la Libia? Forse per le forniture militari? Forse per le forche? Forse per gli eccidi?». Erano stati «i patrioti, non noi» - scriveva - «a infilzare i bambini con le baionette [...] a impiccare gli arabi che avevano difeso il loro paese [...] a riempire d'acqua i buoi delle forniture perché pesassero di più, e a fabbricare le scarpe con le suole di cartone; sono stati loro a rubare nei Ministeri, nelle banche, dappertutto». Al processo, celebrato nel marzo del 1914, furono tutti assolti.
    Quando iniziò la prima guerra mondiale, Mussolini scrisse sull'"Avanti !" l'articolo "Abbasso la guerra !". Era il 26 luglio 1914 e già il 15 novembre usciva il giornale interventista "Il Popolo d'Italia" diretto dall'ex-direttore del quotidiano socialista. Il 24 novembre Mussolini fu espulso dal Partito socialista e Scalarini preparò la vignetta "Giuda", con un Mussolini, armato di pugnale e con il denaro del tradimento, che si avvicina silenziosamente per colpire Cristo (il socialismo) alle spalle. Nel 1915 anche l'Italia entrò in guerra e il Partito socialista scelse la linea della neutralità nel motto Né aderire né sabotare. Scalarini denunciò gli orrori del conflitto, del militarismo e del nazionalismo, gli arricchimenti illeciti dei fornitori, il clero benedicente le armi, le menzogne della stampa e la censura del governo, il tradimento di quei socialisti che la guerra la vollero e la difesero.

    Il dopoguerra vide la nascita del fascismo.  I fascisti incendiarono e distrussero la sede milanese dell'"Avanti !" il 15 aprile 1919. Due anni dopo, il 28 ottobre 1921, fu la volta della nuova sede di via Settala. Tra molte difficoltà, il giornale continuò a uscire. Nel 1923, mentre si trovava in vacanza a Gavirate, anche Scalarini venne aggredito da una squadraccia fascista: gli venne somministrata la tipica punizione dell'olio di ricino e gli fu imposto di lasciare il paese. Dopo l'aggressione, Scalarini si rifugiò a Savona, e qualche giorno dopo i fascisti spararono alle finestre della casa di Gavirate, dove era rimasta la famiglia. Qualche tempo dopo, Scalarini e la sua famiglia si stabilirono a Travedona, presso Varese: anche qui i fascisti organizzarono una spedizione e Scalarini riuscì a salvarsi fuggendo nei boschi dei dintorni.
    L'"Avanti!" fu soppresso il 31 ottobre 1926. Il giorno dopo un gruppo di fascisti si presentò nella casa milanese di Scalarini, in via Cadore 35, sfondò la porta e lo aggredì selvaggiamente. Portato all'ospedale, gli fu riscontrata una commozione cerebrale e la frattura della mandibola, che gli rimase deformata. Fu dimesso dopo quasi un mese di degenza e tre giorni dopo, il 1º dicembre, fu arrestato. Condannato a cinque anni di confino, dal carcere di San Vittore, il 10 dicembre, iniziò un lungo e lento viaggio: il 21 dicembre era a Lampedusa, successivamente fu trasferito a Ustica. Scalarini racconterà poi questo periodo della sua vita nel libro "Le mie isole". Tra i compagni di detenzione vi furono i fratelli Rosselli, Guido Picelli, Bentivogli, che sarà ucciso dai fascisti nel 1945 a Bologna, Bordiga, Berti, Maffi, Massarenti, Parri, Romita, Terracini.  Gli furono condonati due anni e lasciò Ustica il 7 novembre 1929.

    Un mese dopo l'inizio dell'ultima avventura del fascismo, il 15 luglio 1940, il sessantasettenne Scalarini fu ancora arrestato a Gavirate per essere inviato al confino a Istonio (ora Vasto), in provincia di Chieti. Qui si ritrovò con molti vecchi antifascisti, alcuni dei quali già suoi compagni di Ustica, e una trentina di sloveni. Il 19 ottobre ebbe un collasso e fu confinato nel vicino paese di Bucchianico, dove erano internati una decina di stranieri. Liberato il 23 dicembre 1940, poté ritornare dalla famiglia a Milano, sottoposto a sorveglianza speciale.
    Nel 1943 riuscì per caso a sfuggire all'arresto da parte della polizia della Repubblica di Salò. Fu colpito da due gravi lutti: nel 1943 morì la moglie Carolina e il 19 marzo 1945 Giuseppina, la figlia più giovane. A loro pensava di dedicare una scelta di suoi disegni, un progetto che non poté realizzare. Ricevette nel 1945, tramite Carlo Silvestri, un saluto dal suo persecutore, Mussolini. Scalarini commentò poi questo strano saluto: «La fiamma dell'odio si era spenta, ancor prima che si spegnesse in piazzale Loreto».  Finita la guerra e caduto il fascismo, Scalarini riprese a lavorare per l'"Avanti!", ma non più con l'assiduità di un tempo. Era divenuto ancora più silenzioso e solitario, con il pensiero costante della figlia scomparsa. Di questo ultimo periodo rimane un suo disegno - icona realizzato dopo il Referendum del 2 giugno 1946, pubblicato su "Codino rosso" n. 19 nel 1946.  Morì la mattina del 30 dicembre 1948. Le sue ultime parole furono: «Sono stanco, sono molto stanco». Riposa a Milano, al Campo K del Cimitero di Lambrate, nella tomba familiare 9-9A.

    Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Scalarini