Giovane militante socialista, dopo aver conseguito il diploma di macchinista a Savona, frequenta la facoltà di ingegneria navale all’Università di Genova, proseguendo nel contempo la sua attività politica, prima nel Psi e poi nel Pci. Richiamato al servizio di leva in Marina, essendo stato segnalato come sovversivo, nel 1925 è costretto a congedarsi e ad emigrare per trovare occupazione. Rientrato in Italia e nuovamente richiamato alle armi, diserta nel 1942. Ripresa l'attivitàclandestina nel Pci, dopo l'armistizio assume un ruolo di primo piano nell'organizzazione e il comando dei Gap imperiesi, con i quali effettua numerose azioni nel capoluogo e nei comuni limitrofi, ed entra a far parte sia del primo Triangolo militare del Pci imperiese, con Felice Cascione (U Mëgu) e Nino Giacomelli, che del secondo, insieme a Carlo Aliprandi (Lungo) e Antonio Dell'Aglio. Dopo la morte di Cascione, avvenuta il 27 gennaio 1944, gli succede, raggiungendo la zona di Alto e Caprauna, e a marzo assume ufficialmente il comando delle formazioni garibaldine. Nei mesi successivi, grazie alla sua capacità organizzativa e ai contatti stabiliti con bande ancora autonome, la sua formazione aumenta il numero degli effettivi e dei distaccamenti dipendenti, costituendosi in 9ª brigata d'assalto Garibaldi, prima unità imperiese di montagna veramente strutturata militarmente. Combatte in valle Argentina, a Nava, a Badalucco e partecipa alle azioni effettuate lungo la statale 28. A luglio diviene comandante della divisione →Cascione e, in tale veste, prende parte ai combattimenti di monte Grande e Upega. Nominatao a dicembre comandante della I Zona, nel marzo 1945 guida l'assalto al presidio di Baiardo e partecipa all'elaborazione dei piani per l'insurrezione. Questore di Imperia dopo il 25 aprile, nel dopoguerra sarà membro della Assemblea costituente. Medaglia d'argento al valor militare.