Partigiano della 57° Brigata "Berto", 3° Divisione Garibaldi "Cichero", VI Zona Operativa Liguria.
E' stato fucilato a Calvari (GE) assieme ad altri dieci partigiani il 02 o il 12/03/1945, una rappresaglia organizzata dalla Divisione Rsi Alpina "Monterosa" a seguito dell'uccisione di un loro commilitone da parte dei partigiani il 28 febbraio. I dieci avrebbero dovuto essere fucilati il giorno dopo, la sera del 1° marzo. Erano già stati trasferiti dalle carceri di Chiavari a Calvari con un camion scoperto che sostò per un’ora al centro del paese ma vennero poi riportati a Chiavari perchè, non essendo stata ancora emessa la sentenza di morte, il comandante del plotone di esecuzione si era rifiutato di procedere. La sentenza fu emessa infatti il giorno 2 Marzo dal Tribunale speciale della “Monterosa” e l’esecuzione avvenne la sera stessa. In realtà, la sera precedente "Cucciolo" non era tra i condannati: quando i nemici avevano catturato i compagni della Brigata "Berto" lui era assieme a loro e, vista l'età molto giovane, gli alpini gli avevano detto che lo avrebbero perdonato. Ma quando decisero di fucilare i suoi dieci compagni, escludendolo dalla esecuzione, urlò con tutto il suo fiato: “Anche io sono partigiano come loro, insieme a loro dovete portarmi“. Decisero, infine, di aggregarlo al gruppo: sarebbe morto, poiché lo voleva.
Scrisse sul foglietto di un taccuino poche parole di saluto, ma anche: “Muoio per la salvezza dell’Italia” e tracciò in alto, sull’angolo, una listarella nera come nei biglietti di lutto. Consegnò poi il foglio al cappellano e si avviò alla morte.