Il Vallo Ligure è il sistema difensivo dei litorali liguri tra La Spezia e Ventimiglia realizzato prevalentemente tra il 1943 ed il 1945 dall'Organizzazione tedesca "Todt" per fronteggiare l'aumento dell'attività Alleata nel mare di Liguria; essa impiegò manodopera civile e militare.
Fino ad allora, lo Stato Italiano aveva confidato anzitutto nella superiorità navale della Regia Marina a supporto delle Batterie Costiere, realizzate a cavallo tra il 1800 e l'inizio del 1900. Si trattava di piazzeforti allo scoperto, con cannoni in barbetta e riservette in caverna. Gli sviluppi erano talvolta imponenti, come le batterie di Savona, ma ormai superate. Ad esse erano stati affiancati sei treni armati equipaggiati con cannoni di grosso calibro e mitragliatrici antiaeree dislocati lungo tutta la costa, oltre ai pontoni armati nei porti più importanti della Liguria.
A seguito delle ostilità con la Francia, che attaccò Savona e Genova del 1940 come rappresaglia dopo l'incursione aerea italiana su Tolone, tutte le lacune del sistema difensivo costiero emersero e si dovette correre ai ripari. Tuttavia, solo nel 1943, dopo la firma dell'Armistizio da parte del M.llo Badoglio, l'Italia si spaccò in due e le coste della Liguria vennero rinforzate con un sistema difensivo più avanzato. L'Organizzazione Todt si fece carico del progetto, aggiornando la difesa costiera alle esigenze che i nuovi armamenti imponevano, sulla base dell'esperienza maturata con il Vallo Atlantico. Tali installazioni erano presidiate dalla Wermacht e dalle Brigate Italiane della Repubblica Sociale Italiana, agli ordini di Mussolini e Hitler.
Le fortificazioni di costa non hanno avuto una progettazione paragonabile al Vallo Alpino, a causa del repentino cambio di fronti, tanto meno le risorse per realizzare un imponente sistema difensivo (salvo le eccezioni nei punti chiave). Tuttavia, il Genio Tedesco seppe compensare tale lacuna sfruttando l'ostacolo naturale delle coste rocciose soprattutto a Levante. Per ironia della sorte e viste le sorti della guerra, proprio il Vallo Ligure combatté attivamente sino al termine del conflitto, a differenza di moltissime opere del Vallo Alpino rimaste praticamente inutilizzate dalla costruzione alla demolizione imposta dal trattato di pace.
La situazione di crisi costrinse la Todt ad impiegare anche arsenale "di recupero", per ottimizzare le risorse disponibili. Poteva trattarsi di cannoni navali impiegati per le batterie di grande potenza oppure torrette di carro armato, montate direttamente su monoblocco di calcestruzzo definiti "Tobruk": tramite ingresso defilato, si accede ad una riservetta ed un pozzo per la manovra del pezzo (simili alle postazioni di fanteria scavate nel deserto, durante la campagna di Libia).
Le tracce del Vallo Ligure a Ponente sono esigue, per dimensioni e stato di conservazione. Una linea di fortificazione più robusta resiste ancora tra Albenga e La Spezia, con opere visitabili di un certo interesse. Purtroppo, la vicinanza e la immediata accessibilità le hanno rese dormitori improvvisati, discariche di rifiuti, pertinenze di proprietà private o luoghi che i Comuni decidono di sbarrare o demolire per vari motivi. Le strutture del Vallo in Liguria sono le seguenti.
Provincia di La Spezia
La Spezia; Punta Bianca (Monte Marcello); Portovenere-Tino-Palmaria; Monterosso; Bonassola.
Provincia di Genova
Riva Trigoso; Sestri Levante; Lavagna; Chiavari; Zoagli; Rapallo; Santa Margherita Ligure-Portofino; Monte di Portofino; Punta Chiappa; Camogli; Recco; Genova; Genova-Voltri; Arenzano.
Provincia di Savona
Savona; Varazze; Albisola; Vado Ligure; Ceriale; Albenga.
Provincia di Imperia
Imperia; Riva Ligure; Arma di Taggia; Sanremo; Bordighera-Punta Migliarese; Ventimiglia.